Ho trovato questa intervista al pittore Emanuele Modica, su YouTube. Egli a soli 24 anni assistette all’omicidio del padre, rifiutatosi di cedere un appezzamento di terra, ad opera di Cosa Nostra. Ho scelto questo contenuto perché ritengo che la sua vita e la sua attività siano un esempio di grande coraggio: la sua è un’esistenza di lotta, in cui ha saputo rispondere in modo temibile ed efficace alla morte ed alla violenza causate dalla mafia, con la vita e l’armonia di un’opera d’arte, scatenando l’interesse di molti giovani. Infatti, invece di rispondere con la violenza all’assassinio del padre, ha deciso di armarsi di un pennello, divenendo strumento di conoscenza ed iniziando a raccontare della mafia, nonostante le numerose minacce, prima in Sicilia (suo paese natale) e poi nel nord Italia. E’ stato soprannominato il “pittore della tenda” in quanto, per sentirsi più vicino alle persone, ha sempre evitato gli ambienti artistici, quali gallerie, preferendo l’esposizione di una semplice tenda all’aperto, nelle piazze delle città, e il libero dialogo con l’osservatore.
Ho associato questa intervista alla carta Voce/Silenzio in quanto il messaggio di Modica è di non abbandonarsi alla paura, alla rabbia e al silenzio, ma di reagire rifiutando la violenza (che non porta mai a nulla di buono) e di dar voce ai propri pensieri e alle proprie esperienze per coinvolgere la società in una lotta che deve essere comune e sentita da tutti: quella contro la mafia.
Alessia S.
Liceo Attilio Bertolucci
5B
Parma