«Io non sono un eroe. Semplicemente non giro la testa dall’altra parte. Non faccio finta di non vedere». Paolo Borsellino è una serie tv, andata in onda nel 2004 per ripercorrere la vita e le vicende del giudice, nella interminabile lotta alla mafia.
LeggiHo scelto per quest’intervista la carta voce e silenzio perché nell’intervista si può notare due tipi di gente, chi parla positivamente di Totò Riina e chi negativamente. Chi parla positivamente è perché o ha paura o ci guadagna perché toto gli avrebbe dato un lavoro… Chi al contrario ne parla negativo è perché ha capito cosa faceva Totò Riina e conosceva tutti i suoi atti che hanno portato le famiglie a piangere per una perdita di un familiare.
LeggiLa mafia uccide ma il silenzio delle persone favorisce a tutto ciò, nessuno denuncia: alcuni per i propri interessi, e alcuni sono costretti di non parlare.
LeggiHo selezionato il tema della musica per vedere come quest’ultima assume una funzione molteplice: sia da strumento propagandistico che da legante collettivo e non solo… Che musica associamo quindi alla mafia e al suo intero contesto?
LeggiLa maggior parte delle volte si ascolta una canzone solo per piacere e ci si ferma solo all’apparente significato esplicito così non si riesce ad arrivare al fulcro del componimento. Questa canzone parla appunto della libertà di parola di fronte ad ogni tipo di Mafia , quella che non ti lascia esprimere e quella che ti fa tacere se non con le buone con le cattive.
LeggiHo scelto questa celebre frase di Giovanni Falcone perchè mi ha colpito subito, mi ha fatto riflettere su quanta differenza possa fare la voce di una persona, perché si, chi parla a testa alta, dicendo tutto quello che pensa, facendo commenti e magari anche critiche, poi può morire “in pace con sè stesso”, mentre chi ignora quello che succede tutti i giorni, chi abbassa la testa e sta in silenzio è complice, anche senza volerlo, del “male” a cui non sta dando peso.
LeggiIo e Matteo abbiamo scelto questo video cercando come parola chiave “VITTIME DI MAFIA” su youtube e dopo aver pensato per un po’ di tempo abbiamo preso una decisione, di abbinarlo alla carta “SILENZIO E VOCE” perché per noi il silenzio rappresenta la mafia che uccide la gente di nascosto, mentre la voce rappresenta la gente che urla per il male che subiscono e per la paura che hanno.
LeggiHo scelto questo contenuto perchè questa ragazza era una conoscente di mio padre, che mi ha gentilmente messo a conoscenza di questa storia.
LeggiQuesta è una delle foto scattate da Letizia Battaglia ed esposte ad una sua mostra a Roma. L’immagine raffigura un manifesto degli anni settanta su cui viene chiarito il fatto che ad uccidere Peppino Impastato, un giornalista noto per aver denunciato le azioni di Cosa Nostra, non fu un attentato terroristico, ma il responsabile dell’accaduto ha un nome: Mafia.
LeggiSe già il grande storiografo Polibio nel II secolo a.C. aveva individuato nella corruzione di costumi e valori la degenerazione di un popolo, come è possibile che ben 23 secoli dopo non si sia ancora riusciti a dar vita ad un mondo “sano” e che urli la verità dei fatti che conosce?!?
LeggiQuattro anni di reclusione. È questa la condanna che pende sulla testa di Enes Kanter, pivot ventiseienne dei Boston Celtics e migliore giocatore turco. Quattro anni per avere insultato su Twitter il capo dello Stato Recep Tayyip Erdogan, definendolo, «l’Hitler del nostro secolo». Per questo è bandito dalla Nazionale ed Erdogan vuole la sua testa, per questo Enes ha definito l’ex Ct della Turchia, Ergin Ataman, «un lacchè e un incapace senza onore».
LeggiQuesta foto manda un messaggio molto importante, “il silenzio è mafia”.
Far finta di non sapere non è sempre una scelta intelligente, spargere la voce e far conoscere certi fenomeni può aiutare tantissimo altra gente, anche se alcuni non ne sentono i cambiamenti.
Sono stati citati nel documento “Capaci-Bis” quattro pentiti di mafia: per chiedere perdono è sempre troppo tardi. Ho scelto la carta “Silenzio / Voce” perché quando i mafiosi parlano lo fanno quasi sempre da pentiti, fingendosi atterriti per il male provocato.
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