Salve,
sono Aurora P. della Classe 3, Scuola media Istituto Comprensivo G.Marconi di Castelfranco Emilia (MO) e partecipando al “progetto di legalità” allego il file di quanto prodotto sulla base di una ricerca riguardante la Carta :
IMPEGNO/INDIFFERENZA.
Mafia, Di Matteo: “C’è una sorta di indifferenza nella lotta alle cosche”
“Il germe dell’indifferenza nella lotta alla mafia si è insinuato anche nei tessuti più resistenti. Oggi registro anche nella magistratura una sorta di stanchezza e fastidio nei confronti di quelle indagini che mirano a scoprire come la mafia sia ben presente nelle stanze del potere. Questo è un primo pericolo di tradimento del pensiero di Giovanni Falcone”. Lo ha detto il Pm Antonino Di Matteo, intervenendo nell’aula magna del palazzo di giustizia di Palermo a un incontro sull’attualità dell’esperienza e del pensiero di Giovanni Falcone. Di Matteo si è soffermato anche su alcuni “segnali preoccupanti come la ripresa di certe campagne di stampa che vogliono fare apparire la mafia e l’antimafia come se fossero la stessa cosa, come se l’antimafia fosse tutta da buttare via”. “Oggi persino nella magistratura e nelle forze di polizia sento fare del facile sarcasmo – ha aggiunto Di Matteo – contro la cosiddetta archeologia giudiziaria e continuo a indignarmi, perché certe pagine fondamentali per comprendere dinamiche mafia e del potere non possono mai considerarsi chiuse”. “Oggi – ha concluso Di Matteo – avverto il pericolo di diventare un oscuro funzionario talmente acriticamente ligio alle direttive dei capi degli uffici da farsi espropriare dal ruolo di titolare dell’indagine, un pericolo che non riguarda solo i pubblici ministeri. Il rischio di essere sommerso dai processetti, come avvenuto con Giovanni Falcone, oggi è immanente per tutti i magistrati italiani”.
Fonte: da precisare
CHI E’ IL MAGISTRATO ANTONINO DI MATTEO ?
Antonino Di Matteo, detto Nino è nato a Palermo il 26 aprile 1961,ed è un magistrato italiano. Dal 2012 è presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo. A causa della sua attività, Di Matteo è sotto scorta dal 1995.
E’ entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta. Divenuto pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha iniziato ad indagare sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte, oltre che sull’omicidio di Rocco Chinnici. Per l’omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo. Il 27 Settembre 2016, il Consiglio Comunale di Roma, guidato dal Sindaco Virginia Raggi, vota all’unanimità una mozione per conferire la cittadinanza onoraria al Giudice.
Nel corso della sua carriera si è più volte occupato dei rapporti tra cosa nostra ed alti esponenti delle istituzioni. È attualmente impegnato nel processo a carico dell’ex prefetto Mario Mori, in relazione ad ipotesi di reato eventualmente connesse alla trattativa Stato-mafia. Nel corso del processo veniva resa pubblica la minaccia di morte da parte del boss Totò Riina, intercettata dalla magistratura durante una conversazione privata in carcere con un altro recluso: «A questo ci devo far fare la stessa fine degli altri». In seguito alle minacce ricevute Di Matteo è stato sottoposto ad eccezionali misure di sicurezza, elevando il grado di protezione al massimo livello.
Fonte: Wikipedia