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Ho trovato questo articolo cercando la Mafia in Val Bormida e sono rimasta molto stupita di questa notizia, perché non avendo mai sentito parlare di questa storia, non sapevo che ci fosse un boss Mafioso che sta in clinica a Cairo Montenotte.

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Alcuni anni fa mi è capitato quasi per caso di avere tra le mani il libro “Volevo nascere vento”, la storia vera di Rita Atria, una ragazza cresciuta respirando l’aria di mafia nell’ambiente familiare e fuori. Il padre Vito era un importante esponente della mafia siciliana, conosciuto come il “dottore”, a cui tutti si inchinavano o chiedevano favori, ucciso da Cosa Nostra. Il fratello Nicola seguendo le orme del padre cerca vendetta, ma trova invece anche lui la morte. Dopo questi eventi Rita e la cognata Piera trovano il coraggio di denunciare alla giustizia gli intrighi mafiosi vissuti, accettando il programma di protezione e dando inizio ad una collaborazione con Paolo Borsellino.

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Questa è una delle foto scattate da Letizia Battaglia ed esposte ad una sua mostra a Roma. L’immagine raffigura un manifesto degli anni settanta su cui viene chiarito il fatto che ad uccidere Peppino Impastato, un giornalista noto per aver denunciato le azioni di Cosa Nostra, non fu un attentato terroristico, ma il responsabile dell’accaduto ha un nome: Mafia.

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Nella prima immagine possiamo vedere la PAURA, paura che tutte le persone hanno di “parlare” ovvero di cercare in qualche modo di cambiare la situazione, questo concetto viene definito più comunemente omertà. Nella seconda immagine possiamo vedere il CORAGGIO; rappresentato da un uomo, Peppino Impastato, che fece la differenza non stando zitto, sottomettendosi come molte altre persone ma parlando, fondò addiruttura una radio (radio aut) che ebbe molto successo e che lo aiutò molto durante la sua lotta contro la mafia. Purtroppo il giovane uomo venne ucciso proprio da coloro che stava combattendo.

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Il seguente articolo tratta dei famigliari della mafia. Esso fa riferimento a 108 bambini vittime di mafia e anche al non condannare giustamente i mafiosi; si fa infatti riferimento alle madri e alle mogli che sono rimaste senza figlio o senza marito.

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Se già il grande storiografo Polibio nel II secolo a.C. aveva individuato nella corruzione di costumi e valori la degenerazione di un popolo, come è possibile che ben 23 secoli dopo non si sia ancora riusciti a dar vita ad un mondo “sano” e che urli la verità dei fatti che conosce?!?

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Esistono tantissimi videogiochi adesso che sono incentrati sul tema della mafia, non proprio adatti a ragazzini. Uno dei più famosi e la serie del videogioco “Mafia”, soprattutto “Mafia 3”. Quest’ultimo parla addirittura di un ragazzo dell’età di 18-20 anni circa che a causa di numerosi debiti viene coinvolto in ambienti mafiosi: inizia ad uccidere e a compiere atti non proprio adatti ad un ragazzo della sua età.

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Nel processo “Black Monkey” cade l’accusa, questo porta a una riduzione delle condanne dei 23 imputati, tra cui quella di Nicola Femia, capo dell’organizzazione, da 26 anni e 10 mesi a 16 anni.

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La foto allegata è stata scattata sul luogo dell’attentato al magistrato antimafia Giovanni Falcone sull’autostrada A29. Credo che il contenuto scelto possa rappresentare molto bene fino a dove la mafia si spinga per fermare il percorso della giustizia: durante l’attentato morirono quattro persone oltre al magistrato e vi furono 23 feriti.

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Ho scelto questo contenuto poiché sono appassionato al gioco del calcio e di conseguenza mi son voluto informare sulla presenza della mafia nel calcio, scoprendo cose che fin’ora non sapevo.

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Ci sono molti videogiochi che trattano il tema della mafia, il più famoso è senza dubbio Grand theft auto. Il gioco mi ha interessato perchè mostra molti aspetti, anche violenti, che caratterizzano la mafia inseriti in una narrazione riservata a un pubblico abbastanza maturo.

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Questa foto manda un messaggio molto importante, “il silenzio è mafia”.
Far finta di non sapere non è sempre una scelta intelligente, spargere la voce e far conoscere certi fenomeni può aiutare tantissimo altra gente, anche se alcuni non ne sentono i cambiamenti.

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L’immagine che ho scelto rappresenta il giornalista Giancarlo Siani ad una marcia per la pace a Roma, accompagnato dal fratello. Ho scelto questo file per l’impatto emotivo che mi ha suscitato e per come, a mio parere, rappresenti la consapevolezza del reporter del rischio corso e della determinazione nel perseguire il suo obiettivo di giustizia.

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In quegli anni si verificò un caso simile a quello del Totonero. Il capo della mafia ebraica Newyorkese del tempo gestiva un circolo di baseball scommesse arretato su tutta New York, e scommesse che i favoritissimi Chicago Black Sox avrebbero perso. Cincinnati vinse, ma emerse che ben 8 giocatori di Chicago erano stati pagati per perdere, vennero squalificati a vita. Fu lo scandalo di baseball più famoso e coatto della storia, e fu tutto a guadagno mafioso.

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Roberto Saviano racconta del libro di Daphne: “Dì la verità anche se la tua voce trema”. Daphne racconta, indaga, inizia a mettere insieme i pezzi riguardante il circolo illegale dei soldi, soprattutto a Malta, la sua isola. Scrivendo riceve ogni sorta di diffamazione, cercano di rompere la sua serenità. La colpa di Daphne era raccontare la verità e la colpa dei maltesi che l’aggredivano verbalmente e fisicamente era l’ignoranza e la malformazione.

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