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L’omertà è uno degli elementi fondanti, se non il più rilevante dell’influenza e dell’identità del fenomeno mafioso. Ho scelto questa immagine relativamente all’argomento perchè mi sembra perfetta per rappresentare uno dei metodi di lavoro mafiosi e la assocerei all’illustrazione di impegno/indifferenza che caratterizza la società di oggi.

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Questo è il primo film che ho guardato sulla mafia,non è tratto da una storia vera ma è molto veritiero.
Vi cito qui sotto l’inizio della trama sperando vi faccia incuriosire tanto da guardarlo perchè ne vale la pena.

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Penso che coloro che si fanno pagare grosse somme per scaricare rifiuti nel mare, nel loro stesso mare, nel mare in cui magari d’estate vanno a fare il bagno con la famiglia, siano stupidi, perché non mettono a rischio solo noi, ma anche loro stessi.

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La storia di Francesca inizia nel latifondo, in quel sistema feudale che esisteva in Sicilia da secoli e per il quale prevedeva che una famiglia aristocratica possedesse la quasi totalità delle terre coltivabili. Le stesse terre che venivano lavorate da contadini e braccianti sfruttati a cui veniva lasciata una minima parte di raccolto.

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Rita Atria è stata une delle tante donne che si è ribellata alla mafia che ha avuto il coraggio dopo la morte del padre e del fratello, di collaborare con la giustizia, rendendo della paura la sua forza più grande.

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” Non vedo, non sento e non parlo”. Questo è il codice dell’omertà nell’ambito della comunicazione mafiosa. L’omertà è uno degli elementi fondanti, se non il più rilevante dell’influenza e dell’identità del fenomeno mafioso.

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Tale contenuto è stato trovato cercando nel web satire legate alla mafia ed è sembrata la vignetta, fra quelle trovate, più significativa. E’ rappresentata quella che potrebbe sembrare una semplice città, eppure se si presta attenzione ai nomi dei vari negozi, niente appare come prima. La mafia vuole un mondo in cui l’illegalità sia la norma, lo fa con mezzi spaventosi, minacciando i business, e con le proprie regole. La cosa peggiore, appunto, sarebbe un mondo in cui tutto ciò è la norma, un mondo governato dall’illegalità, un mondo in cui anche semplicemente vivere la propria vita in tranquillità è impossibile, perché lo Stato stesso è tuo nemico e tu il suo.

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Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa.”Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”fu una frase detta dallo stesso Falcone.

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Questa immagine l’ho trovata su internet scrivendo, su google, “strage di Capaci”. Questa immagine rappresenta quello che è successo il 23 maggio del 1992, quando ha perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, un personaggio un po’ scomodo che non aveva nessun timore nel fare onestamente il suo lavoro, combattere la mafia. Oltre a lui persero la vita sua moglie e gli uomini della scorta.

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Ho scelto questa immagine per sottolineare la fragilità della natura. Essa infatti anche se appare immutabile e onnipresente è in verità minacciata dall’attività umana. Sopratutto in Italia, questo fenomeno è ben visibile sia a causa del menefreghismo di molte persone sia a causa delle mafie,
che hanno creato un vero e proprio guadagno dalla smaltimento illegale di rifiuti.

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