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In questa immagine è raffigurato un videogame molto popolare tra i giovani, il quale è un gioco che già dal nome fa intuire molto: “MAFIA”. Praticamente per giocare bisogna fare tutto quello che fa un mafioso nella realtà, cioè uccidere, sparare, gestire traffici, far saltare in aria macchine, edifici e molto altro ancora.

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Quest’immagine rappresenta la locandina del film “La mafia non è più quella di una volta”, che è stato prodotto in occasione della ricorrenza del 25° anniversario cui sono successe le stragi di Capaci e di via D’Amelio ed in omaggio agli 80 anni di Letizia Battaglia, considerata una delle 11 donne maggiormente impegnate in queste importanti tematiche.

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Questa fotografia, scattata dalla nota fotoreporter siciliana Letizia Battaglia, immortala dei bambini che giocano in strada con delle armi vere. Questo ci fa capire che anche i bambini erano delle facili esche per i mafiosi, perché li potevano facilmente avvicinare insegnando loro comportamenti criminali, come rubare o uccidere.

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Quest’immagine ritrae il libro “Guardare la mafia negli occhi” di Elia Minari, nel quale si parla del coraggio che ha avuto un ragazzo che ha svelato, attraverso delle inchieste, molti segreti della ‘ndrangheta al nord.

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Questa è una foto scattata da Franco Zecchin, un altro fotografo che si è occupato di immortalare tanti di questi avvenimenti e crimini mafiosi. Il noto marchio di abbigliamento Benetton decise di utilizzarla per una sua campagna pubblicitaria e per sensibilizzare tutte le persone fino ad oggi, e per non dimenticare ciò che è accaduto fino a pochi anni fa.

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Quest’immagine raffigura un dipinto, che rappresenta un’enorme piovra che assale con i suoi lunghi tentacoli un paese intero. Ciò per far capire che la Piovra rappresenta la mafia ed arriva ad influenzare un intero paese, tanti paesi, città, regioni e nazioni.

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Ho scelto quest’immagine perché oggi la maggior parte delle persone crede che la mafia sia presente solo nell’Italia meridionale, ma questo non è vero. La mafia c’è, ed opera, in tutta Italia, naturalmente in alcune regioni è maggiormente presente rispetto ad altre, come si denota da questa carta geografica, che fa risaltare la maggior presenza con un colore più scuro.

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In questa immagine è rappresentato il fotografo Franco Zecchin, disegnato, accanto una sua famosa frase: “Quando arrivai in città nel 1975, nessun bar aveva i tavolini fuori. E c’erano due omicidi al giorno. Nella storia della Sicilia c’è il seme del dissenso: qui è nata la Pantera qui sono apparsi i lenzuoli antimafia”.

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In quest’immagine è rappresentato un corteo pacifico per la lotta contro la mafia, composto da tanti cittadini esponenti di “Libera”, una delle associazioni più importanti presenti qui in Italia impegnate per contrastare la criminalità mafiosa.

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In quest’immagine è rappresentata la distinzione che c’è fra un povero e un ricco. La differenza è che il povero pesca, con fatica nell’acqua per trovare i pesci. Invece il ricco va a pescare direttamente nella cesta dove ci sono i pesci già presi dal povero col suo lavoro.

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Quest’immagine raffigurante Padre Pino Puglisi, un sacerdote che ha frequentato il quartiere di Brancaccio a Palermo e ha avuto il coraggio di togliere i giovani dalla strada, evitando che i giovani potessero cadere in mano alla mafia.

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Ritengo che Peppino Impastato con il suo coraggio è riuscito anche nel suo piccolo a dare una svolta alla lotta contro la mafia e credo fortemente che al mondo ci dovrebbero essere più persone come lui e solo allora il mondo sarebbe un posto migliore.

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Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia, combatterla sembra quasi impossibile.

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Ho trovato quest’immagine, che raffigura un bozzetto per un carro del Carnevale di Viareggio. Mi ha fatto riflettere molto, perchè in essa troviamo la scritta “LA MAFIA NON ESISTE”, con un mafioso che è raffigurato come un burattino di legno, ed infatti gli si è allungato il naso, proprio come a Pinocchio, perchè dice una grossa bugia. Ai piedi del mafioso ci sono un sacco di riferimenti alle tante stragi di mafia purtroppo accadute.

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Mentre guardavo tutte queste foto di atti criminali mafiosi, pensavo anche a chi le avesse scattate. Allora mi sono informato e ho scoperto che, molte di queste erano di una donna fotoreporter di nome Letizia Battaglia. In particolare lei fu la prima fotografa ad essere presente al grave fatto di sangue che avvenne a Palermo il 6 Gennaio 1980. Quel giorno venne assassinato il Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale nostro Presidente della Repubblica.

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La carta viene associata al Boss di Cosa Nostra Totò Riina perché era un uomo molto ricco grazie agli atti compiuti, però viveva rinchiuso in bunker per potersi nascondere dalle forze dell’ordine.

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