L’indifferenza è l’alleato più importante della mafia. Si dice che per vivere bene sia meglio farsi i fatti propri cosi campi cento anni; io invece sostengo che bisogna interessarsi delle cose che riteniamo importanti, mettere in esse naso, orecchie e cuore. Queste devono essere le parole da rivolge ai giovani, spronandoli alla trasparenza e a non chiudere gli occhi difronte alle ingiustizie.
«La mafia uccide, il silenzio pure», diceva Peppino Impastato, prima che un potere più forte delle sue parole lo facesse tacere per sempre con la forza della prevaricazione, dell’ingiustizia, della corruzione. Il potere delle mafie è un potere immediato, che facilmente si esercita su un popolo che ha paura perché non è unito da sentimenti di comunità e quindi è inconsapevole delle sue capacità e preferisce abbandonarsi al silenzio e all’omertà. Ma è un potere instabile, quello basato sulla violenza, sull’ossequio alle regole di casta e sul clientelismo, insomma su tutti quegli aspetti che caratterizzano una società fatta di oppressori e oppressi, dove tutti, sotto la maschera delle apparenze, sono fondamentalmente nemici tra loro perché i rapporti si basano soltanto sulla legge del più forte.
Dove il silenzio uccide, la parola può salvare. La parola è conoscenza, e la conoscenza apre nuovi orizzonti che possono sconvolgere anche gli equilibri più stabilizzati, anche le consuetudini più incancrenite. La cultura è la chiave per ricostruire un senso di comunità che si fondi sulla giustizia, che dia ai cittadini la consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri. La cultura della legalità specialmente nelle scuole deve consentirci di condannare tutti i comportamenti illeciti, dal reato comune, all’occupazione del posto riservato al disabile, al semplice getto di una carta a terra.
Alcuni comportamenti illegali pur se considerati lievi, indicano mancanza di rispetto delle regole e possono avere come protagonisti anche i più giovani: per esempio non pagare il biglietto sui mezzi pubblici, non mettere il casco in moto, non rispettare le persone più anziane non avere rispetto per che serve lo stato come le forze dell’ordine. Il prevalere di una cultura dell’illegalità nel mondo giovanile è pericolosissima poiché in futuro potrà comportare una forte limitazione dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali.
Eleonora
Liceo Calasanzio
2A
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