L’estratto del documentario “Chiesa nostra”, realizzato da History Channel, fa chiaramente emergere, partendo dalla processione di Sant’Agata che si tiene annualmente a Catania e che richiama migliaia di persone nelle vesti di ferventi fedeli, l’intento dei boss mafiosi di sfruttare l’evento sacro per legittimarsi agli occhi del popolo credente. E’ emblematico, da un lato, il ricorrere al rito religioso da parte dei mafiosi, dall’altro, l’apparente “cecità” della Chiesa, o meglio dei suoi rappresentanti, che giustificano tale gesto per il proprio tornaconto economico.
Ho scelto di presentare questo video perchè evidenzia la capacità della Mafia di infiltrarsi in ogni ambito della società, manipolandolo e asservendolo ai propri scopi.
Allo stesso tempo, mette in luce la corruttibilità dell’ente morale per eccellenza che, invece, per sua stessa natura, dovrebbe essere impermeabile a qualsiasi forma di contaminazione.
Mi ha spinto inoltre a riflettere sul fatto che il rapporto Mafia-Chiesa altro non è che l’atavico rapporto Potere-Chiesa che è stato il denominatore comune di tutte le fasi storiche.
A questo tema ho associato la carta visibile/invisibile perchè ogni protagonista rende visibile la parte “accettabile” dell’azione (nello specifico, il mafioso mostra il suo lato ipocrita di credente; la Chiesa la sua natura includente) senza far trapelare il vero fine perseguito (il potere da una parte, i benefici dall’altra).
Lisa
Liceo Serpieri
5T
Rimini