Polistena

Questa vecchia fotografia ritrae due sorelline, cioè Caterina di appena 50 giorni e Nadia Nencioni di 9 anni, entrambe morte in una strage avvenuta a Firenze nel 1993.

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In quest’immagine è rappresentato Peppino Impastato, un giovane molto coraggioso che attraverso la sua radio AUT(98.800 MHZ) è riuscito a trasmettere a tutte le persone che l’ascoltavano delle notizie che riguardavano, le malefatte dei mafiosi locali.

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Questi dati, spaventosi, tratti dal sito Internet Wikipedia, ci indicano l’enormità del giro di affari economici che riesce a gestire la criminalità in Italia. Tutto questo non fa che impoverire enormemente la ricchezza del nostro Paese.

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La citazione di Peppino Impastato tenuta in mano da giovani ragazzi mi fa riflettere ed avere speranza per un domani migliore, fatto di giovani attivisti che non si piegano alle oppressioni sociali mafiose anzi, alzano la voce per cercare di fermarle e farle conoscere a chi ancora oggi, purtroppo, non ritiene la mafia motivo di distruzione territoriale, culturale e sociale. Ciò che oggi ci rende migliori e diversi da Cinquanta o Sessanta anni fa è la voglia di vedere questa terra risplendere e siamo sempre più consapevoli del fatto che solo tramite la “voce” possiamo farci ascoltare.

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Questa è una cartina geografica, che fa un focus su alcune regioni del meridione italiano. Più precisamente sulle regioni della Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Questo per indicare che in questi territori sono maggiormente presenti le criminalità organizzate.

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La storia di Francesca inizia nel latifondo, in quel sistema feudale che esisteva in Sicilia da secoli e per il quale prevedeva che una famiglia aristocratica possedesse la quasi totalità delle terre coltivabili. Le stesse terre che venivano lavorate da contadini e braccianti sfruttati a cui veniva lasciata una minima parte di raccolto.

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La musica contro la mafia

Questa canzone è scritta da un artista che proviene da Petilia Policastro, un paese calabrese in provincia di Crotone.La canzone narra di Leonardo e di come lui è diventato un mafioso, nell’ultima strofa parla di Leonardo che in tarda età si rende conto di tutto ciò che ha perso nella sua vita e del prezzo che deve pagare per riprendere la sua libertà.

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La mafia in Sicilia

Termina una fine alla mafia che ha fatto la storia della Sicilia, con l’arresto di Totò Riina e Bernando Provenzano. L’abbinamento alle carte è passato e presente perchè commettendo tutti quei crimini in passato si spera che dopo l’arresto, inseguito alla morte si concluda un capitolo di mafia.

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Rita Atria è stata une delle tante donne che si è ribellata alla mafia che ha avuto il coraggio dopo la morte del padre e del fratello, di collaborare con la giustizia, rendendo della paura la sua forza più grande.

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La legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie compie ventidue anni. Dal 7 marzo del 1996 le esperienze di gestione di beni confiscati alle mafie si sono moltiplicate. Dai dati raccolti attraverso l’azione territoriale della rete di Libera emerge che il maggior numero di realtà sociali (quasi il 50%) è costituito da associazioni di diversa tipologia (384) e cooperative sociali (188).

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Il compito di madri, mogli, sorelle, figlie è stato per anni ignorato, anche dalla stessa magistratura, in quanto era luogo comune pensare che queste erano ignare del “lavoro” che gli uomini di casa svolgevano e spesso erano considerate vittime del sistema, costrette ad “ammaritarsi” per scopi familiari.

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