Rimini

Jovanotti scrive il brano ‘Cuore’ pochi giorni dopo la strage di Capaci del 23 maggio 1992. Ho voluto condividerlo perchè essendo egli un grande scrittore di canzoni, è riuscito a farsi sentire a modo suo e condannare la criminalità organizzata, in questo caso dalla Mafia.

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Mi sono imbattuta in questa canzone un pomeriggio mentre scorrevo la mia playlist musicale. La canzone vuole essere una denuncia della situazione dei detenuti in carcere negli anni 80 e della totale subordinazione dello Stato al potere alla volontà di Mafia e Camorra

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“La mafia uccide, il silenzio pure”
Questa semplice frase fa comprendere appieno la situazione.
La mafia uccide grazie al silenzio; al silenzio di chi nonostante sappia non può parlare.
Questo silenzio è imposto attraverso minacce e terrore, parlare consapevoli dei rischi e delle conseguenze non è da tutti.

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Il servizio fornito da “Le Iene” ci presenta la storia delle tre Sorelle Napoli, che da anni vengono minacciate e vedono la loro azienda agricola costantemente danneggiata. I loro novanta ettari di terra infatti fanno gola a qualcuno: alla mafia dei pascoli che, con azioni intimidatorie, mettono le tre donne ha dura prova da quando il padre è morto.

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” Non vedo, non sento e non parlo”. Questo è il codice dell’omertà nell’ambito della comunicazione mafiosa. L’omertà è uno degli elementi fondanti, se non il più rilevante dell’influenza e dell’identità del fenomeno mafioso.

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Mafia e religione

‘estratto del documentario “Chiesa nostra”, realizzato da History Channel, fa chiaramente emergere, partendo dalla processione di Sant’Agata che si tiene annualmente a Catania e che richiama migliaia di persone nelle vesti di ferventi fedeli, l’intento dei boss mafiosi di sfruttare l’evento sacro per legittimarsi agli occhi del popolo credente. E’ emblematico, da un lato, il ricorrere al rito religioso da parte dei mafiosi, dall’altro, l’apparente “cecità” della Chiesa, o meglio dei suoi rappresentanti, che giustificano tale gesto per il proprio tornaconto economico.

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Questo articolo descrive perfettamente l’atteggiamento degli italiani nei confronti della mafia. Solo silenzio. Siamo solo noi che, zitti, zitti guardiamo ciò che accade senza fare nulla. Guardiamo queste persone che con la loro astuzia e malvagità agiscono.

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Peppino Impastato e i Cento Passi

Abbiamo scelto questo video perché fa capire bene il contesto, riassume in maniera semplice e veloce la sua vita, le sue ideologie. Soprattutto fa capire che Peppino Impastato è stato ucciso dalla mafia e non che si è suicidato, come hanno cercato di far credere i mafiosi infangando il suo nome.

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Donne a capo della mafia

Facendo una ricerca sul rapporto donna/mafia mi sono imbattuta in questo video su youtube, spesso ci fermiamo ai classici stereotipi della mafia e alle apparenze, e ci dimentichiamo che anche le donne possono essere al vertice di organizzazioni criminali.

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Antonio Landieri

Ho trovato questo video su youtube, dopo aver incontrato la madre di Antonio Landieri, un ragazzo che è stato ucciso il 6 novembre 2004 dalla mafia ed è stato riconosciuto come vittima innocente solo dopo 10 anni dall’omicidio.

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“Comandiamo tutta l’Italia”

Ho trovato questo video su YouTube, facendo una ricerca a proposito delle intercettazioni telefoniche mafiose. Il video mostra un’intercettazione telefonica del blitz che ha portato agli arresti 24 persone.

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Enrico De Pedis era un mafioso italiano, boss della banda della Magliana, un’organizzazione criminale romana. Sono venuta a conoscenza di questo nome dopo aver visto il documentario “Emanuela Orlandi, il caso è aperto”.

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Una sera fa, più precisamente lunedì 30 Settembre, guardando il programma “Striscia la notizia” la mia attenzione è stata catturata dal servizio condotto dall’inviato Vittorio Brumotti presso uno dei quartieri più pericolosi e degradanti del sud Italia, il cosiddetto “ferro di cavallo” a Pescara.

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