Percorsi di legalità 2017

Falcone intervistato da Santoro. 1990

Nell’intervista rilasciata da Giovanni Falcone nel 1990 al giornalista Michele Santoro ho ascoltato diversi punti che mi hanno interessato:

-La mafia uccide come soluzione estrema, non per ferocia fine a se stessa, ma quando ritiene che sia essenziale per i propri interessi

-La mafia uccide più facilmente il singolo perchè vuol far emergere la sua pericolosià e non quella della struttura a cui appartiene.

Dal discorso di Falcone emergono tanti particolari che fanno capire che si sentiva isolato e non sempre sostenuto dalla politica e dalla struttura di cui faceva parte; ad esempio l’attentato da lui subito in Sardegna da molti non venne ritenuto tale, o ancora la sua scelta coraggiosa e innovativa di far collaborare con la giustizia l’ex mafioso Tommaso Buscetta, (un prezioso elemento per continuare la lotta contro la mafia) non fu vista in modo positivo da altri politici di cui Falcone non ebbe appunto il sostegno.

– Uno degli obbiettivi delle mafie è il controllo del territorio
-La mafia vuole sembrare “capace di adattarsi alle mutevoli esigenze del momento apparendo immutabile, in realtà non c’è niente di più mutevole della continuità di Cosa Nostra”
Queste sue risposte e considerazioni mi fanno pensare alla carta del singolare e plurale, perchè in questa sua intervista mi ha colpito lo stato da lui descritto, lo stato di isolamento di un individuo durante il quale la mafia tenta di colpirlo.
Scuola A. Bertola, Carlotta 3 C