Dal discorso di Falcone emergono tanti particolari che fanno capire che si sentiva isolato e non sempre sostenuto dalla politica e dalla struttura di cui faceva parte
Quando ho trovato le sue foto sono rimasta stupefatta dalla realtà che ha saputo trasmettere con degli semplici scatti, mostrando una Palermo degli anni 80 sconosciuta per chi non l’ha vissuta.
Giuliano Di Bernardo è uno dei testimoni dei magistrati di Reggio Calabria titolari dell’inchiesta sulla ‘Ndrangheta Stragista, per la prima volta svela una serie di retroscena di quei terribili anni.
Ho scelto questo articolo perchè sebbene in primis le mafie aiutano le persone dandogli un lavoro e una casa, successivamente le ricattano minacciando la loro famiglia e molte volte hanno ucciso i loro figli.
Ho trovato questo video mentre girovagavo su Youtube e mi ha ricordato molto il tema del secondo incontro fatto con cinemovel, per questo ho deciso di mandarlo.
Ho scelto questo video perché racconta l’importanza di parlare e non rimanere in silenzio, perché l’ambiente è un bene prezioso che dobbiamo salvaguardare.
Lo abbiamo scelto perché ci faceva vedere le conseguenze delle scelte di Saviano, che si era posto chiaramente e senza alcun ripensamento contro la mafia.
Ho voluto inviare queste due immagini perché ero curiosa di vedere quanto fosse sviluppata la corruzione nel mondo e le mafie e, quando ho visto queste mappe, non mi sarei mai aspettata di vedere questo tipo di dati.
Giovanni Falcone risponde a due domande. Lo sguardo del magistrato siciliano vale ancor più delle sue parole, soprattutto negli attimi successivi alla terza domanda.
Alcune ricerche condivide da Octavia sul tema dei padrini mafiosi Fragalà, il killer tradito da una telefonata Bologna. “Sparo in bocca al giornalista”. L’intercettazione “Vuoi la Sicilia? Posso dartela”.