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Nel libro “quarant’anni di mafia ” si racconta la storia di Cosa Nostra, dagli anni sessanta fino alle ultime rivelazioni sulla trattativa fra lo Stato e la mafia. I risultati furono apprezzati da Falcone e Borsellino.

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L’articolo parla della mafia Nigeriana, questo evidenzia come la mafia non si trovi solamente in Italia, ma anche in altre parti del mondo. Mi ha coinvolto perché non mi aspettavo che questo fenomeno fosse così diffuso.

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Rocco ha spiegato alla mia classe e a molte altre come i Mafiosi sono vulnerabili. Lui ci ha raccontato che nel suo negozio venivano dei clienti, che si presentavano per chiedere informazioni sui prezzi e a volte per comprare. Un giorno queste persone lo portano nel cortile del suo negozio e gli dicono che deve pagare milleduecento euro al mese ad un certo “Zio Pasquale” se vuole evitare che la sua attività bruci o che capiti qualcosa di brutto a lui o ai suoi famigliari. Appena arrivato a casa, chiede aiuto alla famiglia e tutti quanti, compresi i suoi figli, gli dicono che non deve assolutamente pagare, ma andare a fare denuncia. Rocco segue il consiglio e riesce a far arrestare Zio Pasquale e i suoi complici.

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La pizzeria wall street non era una semplice pizzeria ma veniva frequentata soprattutto dai padrini della malavita organizzata. Il proprietario Coco Trovato era a capo tra le ‘ndrine milanesi e quelle lecchesi. Sotto la pizzeria egli si costruì un bunker protetto da una porta blindata con un bagno e una cameretta dove vennero commessi molti omicidi. Lì fu arrestato il 31 Agosto del 1992 condannato a quattro ergastoli per associazione mafiosa.

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Il 31 agosto 1992 il boss della ‘Ndrangheta, Franco Coco Trovato, viene arrestato nell’operazione Wall Street. Trovato viene condannato all’ergastolo; i suoi beni sequestrati e successivamente confiscati . Il 19 novembre 1994, il Tribunale di Lecco firma un provvedimento provvisorio per la confisca della pizzeria e di altri immobili nella provincia di Lecco. Nel 1996 viene approvata la legge sulla destinazione a scopo sociale dei beni confiscati alla mafia e il provvedimento diventa definitivo.

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Domenico aveva una grande passione per la vita. E’ morto per colpa della mafia che, per delle guerre tra clan, ha sparato all’impazzata in un campetto per bambini. Questa immagine ci fa anche pensare all’innocenza e alla trasparenza di questo bambino morto giovanissimo.

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Era il 20 settembre 2009 quando, in un campetto di calcio a Crotone , il giovane Domenico Gabriele, per tutti ‘’Dodò’’, stava giocando con i suoi amici; ad un tratto si udirono dei colpi di fucile calibro 12 provenienti da due killer, mandati per uccidere Gabriele Marrazzo, un emergente della mala vita. In tutta quella confusione, i due killer spararono i colpi all’impazzata colpendo nove persone, uno dei quali era il piccolo e innocente Domenico Gabriele, che morì il 20 settembre 2009 in ospedale. Abbiamo scelto questa immagine perché ci ha colpito: un momento di felicità e di divertimento, all’improvviso si è trasformato in paura e tristezza!

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L’ho scelta perchè l’albero che c’è nella foto mi ha particolarmente colpita e mi induce a pensare che ogni nome del suo fusto, simbolicamente, sia la voce di una vittima.

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L’immagine vuole raccontare il disprezzo verso coloro che avvelenano la “terra dei fuochi”. Era stato emanato un decreto esecutivo che prometteva ai cittadini che la “terra dei fuochi” sarebbe stata bonificata, ma questo non è ancora accaduto. Nell’immagine vengono attaccati gli industriali, i politici e i camorristi, ritenuti responsabili delle promesse non mantenute e dell’avvelenamento di questo territorio.

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Abbiamo trovato questa immagine digitando su google “Pasquale Giampà”. Abbiamo scelto questa immagine perché si viene a conoscenza di tutti i membri della cosca. L’immagine parla dei membri della cosca e della loro posizione all’interno di essa, Pasquale era uno dei commissionati. Pasquale si è pentito il 12 aprile 2016 a causa delle sue tante collaborazioni in alcuni omicidi.

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IO NON HO PAURA è un libro che parla di un bambino di nome Michele che ha paura dei mostri ma l’unica cosa di cui dovrebbe avere paura è delle persone che gli stanno accanto.

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Chi può spesso non si preoccupa per il meglio e chi invece non può spesso spende tutte le sue energie come Rosa Abate per difendere il figlio senza pensare agli altri. E’ un modo di vedere le cose.

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Questo dipinto è stato realizzato da Gaspare Mutolo, un uomo che mi ha incuriosito molto per le decisioni che ha preso nella propria vita. Per anni è stato un mafioso a fianco di Totò Riina e nel 1982 dopo l’arresto, grazie al compagno di cella (l’ergastolano Mungo)iniziò ad apprezzare l’arte e a vedere il mondo da un’altra prospettiva, attraverso colori e pennelli. Per questo nel 1991 decise ci convertirsi e collaborare con la giustizia. Pur non essendo una bella persona secondo me dobbiamo apprezzare il coraggio che ha avuto a cambiare “strada”.

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Cercando sul web delle immagini sulla mafia nel mondo ne ho trovata una che avevo usato per una relazione alle medie e che mi aveva colpito particolarmente. Si tratta di un atlante in cui in varie parti del mondo sono illustrati i vari tipi di mafia. Cliccando su il sito dal quale proviene la foto ho trovato un articolo molto interessante e completo sulla mafia.

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