Ho trovato il contenuto su internet. Parla di Tommaso Buscetta, della sua morte e in piccola parte della sua vita. Ho scelto di inviare questo articolo perchè l’ ho trovato molto interessante anche perchè ci sono frasi o pensieri di altre persone come di Giovanni Falcone.

 

E’ morto Tommaso Buscetta. Svelò i segreti di Cosa Nostra.

ROMA – Tommaso Buscetta, il primo grande pentito della mafia siciliana, è morto domenica mattina negli Stati Uniti, stroncato da un tumore che lo affliggeva da tempo. Buscetta aveva 72 anni. E’ rimasto cosciente fino all’ultimo momento. C’era anche Luigi Li Gotti, legale dell’ex boss e di tanti altri pentiti di mafia.

Le dichiarazioni di Buscetta hanno consentito di svelare per la prima volta i meccanismi dell’organizzazione mafiosa così come si era strutturata dopo la sanguinosa guerra tra cosche che, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, aveva visto i Corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano prevalere sui “vecchi” boss di Santa Maria delle Grazie, comandati da Stefano Bontade.

L’ex boss “dei due mondi” (conoscitore tanto della mafia di casa nostra quanto di quella emigrata negli Stati Uniti) è stato il primo collaboratore a rivelare a Giovanni Falcone l’esistenza della “cupola” mafiosa. “L’uomo che aveva capito meglio di tutti chi fosse Buscetta rimane Falcone”, ha commentato il presidente della commissione antimafia Ottaviano Del Turco alla notizia della morte di Buscetta. “Falcone intuì il valore delle rivelazioni sulla struttura militare di Cosa Nostra”, ha aggiunto Del Turco, “mentre diffido del suo ruolo di storico del dopoguerra politico italiano. Tutti gli altri tentativi di collocare Buscetta in una dimensione diversa da questa sono falliti a conferma della geniale intuizione di Falcone”.

All’uomo scomparso si deve il primo racconto completo e credibile sui meccanismi e i capi della nuova mafia, quella arricchitasi coi traffici di droga e diventata antistato e centrale d’affari grazie a profonde e provate connivenze politiche. Il contributo di Buscetta è arrivato fino al processo contro Giulio Andreotti, il dibattimento-simbolo sui rapporti tra cosche e Palazzo. Il pentito aveva detto di aver saputo dal boss Tano Badalamenti, negli Usa, di un incontro tra l’ex leader dc e il boss dei boss, Totò Riina. Dichiarazioni giudicate mai confermate da Badalamenti. Tra i capitoli lasciati oscuri dalla collaborazione di Don Masino spicca quello che riguarda il Brasile. “E’ un peccato – ha affermato Walter Fanganiello, il segretario anti-droga del governo del paese sudamericano – Buscetta è morto senza rivelare gli schemi dell’onorata società in Brasile, che lui conosceva bene”.

E nella ridda di reazioni che la sua scomparsa ha provocato citiamo quella di Giancarlo Caselli e quella di Bartolomeo Sorge. “Un uomo leale e coraggioso, perché prima di parlare di politica era solo Buscetta, dopo è diventato un problema, per tante persone”, è stato il commento senza indecisioni di Giancarlo Caselli, oggi direttore dell’Amministrazione dei penitenziari. “Con le sue rivelazioni e grazie al lavoro intelligente di molti magistrati, aveva contribuito a smantellare il mito dell’invulnerabilità di Cosa Nostra”. Meno incondizionato è invece il ricordo di padre Bartolomeo Sorge, già direttore di “Civiltà Cattolica” impegnato da tempo sul fronte della lotta alla mafia: “Negli ultimi anni della sua vita ci sono delle ombre che rendono meno limpida la sua collaborazione con la giustizia, la fanno apparire meno sincera” è la sua opinione. “Credo che Buscetta abbia voluto collaborare sinceramente con Falcone per vendicare anche le stragi che sono state commesse nella sua famiglia, e quindi è comprensibile il suo impeto iniziale”.

Poche parole di carità cristiana sono arrivate anche dall’uomo che, in vita, aveva duramente accusato. Ai giornalisti che lo hanno interpellato Giulio Andreotti ha consegnato un appunto scritto: “Prego per la sua anima. La malattia lo aveva da qualche tempo tolto di scena e io dichiarai pubblicamente che ero lieto che lo Stato lo avesse aiutato a sperimentare tutte le cure possibili”. Mentre un vero e proprio coinvolgimento affettivo si è avvertito nella dichiarazione di Enzo Biagi che l’aveva lungamente intervistato nel 1988: “Sembra strano, ma ho perso un amico. Probabilmente non mi ha detto tutto, ma sono anche sicuro che non mi ha mai mentito. Adesso gli sia concessa la pace”.

 

Emma P.

IC Via dei Sesami

3C

Roma