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Mentre guardavo la televisione qualche giorno fa, ho visto questo servizio di “Le Iene” che poi ha anche pubblicato sul suo sito ufficiale.
Il servizio inizialmente parla di Serena Mollicone e della sua morte nel 2001 nel paesino di Arce, in provincia di Frosinone, per la quale ancora non si è saputa dare una spiegazione.
Nella parte centrale però il serivizio si incentra su Santino Tuzi, ex carabiniere che è stato trovato morto nella sua auto a qualche mese dalla morte di Serena.
Questi due delitti sembrano collegati perché Serena è sempre stata una ragazza che non tollerava il modo in cui agivano le forze dell’ordine in città è tutto il giro di droga che controllavano, e questo è probabilmente il motivo della sua morte, come afferma il padre durante l’intervista, che ha sempre combattuto per la verità sulla morte della figlia, riuscendo anche a ottenere una seconda autopsia con cui si è evidenziato un trauma cranico derivato dalla collisione con una porta.
Ed e qui che entra in gioco Santino Tuzi, perché quest’ultimo aveva visto Serena, la mattina della sua morte, entrare nella caserma e non vederla più uscire e, dopo qualche settimana, mangiato dal rimorso, decise di confessare, nonostante le probabili minacce ricevute dai Mottola, famiglia che controlla il giro di droga, il figlio, e colonnello dei carabinieri, il padre.
Dopo aver ritrattato le affermazioni, le riconfermò, ma nessun altro in paese lo sostenne, neanche i testimoni oculari, lo fece solo il suo amico che, appena giunto sul luogo del delitto, si sfogo dicendo tutto quello che Tuzi gli aveva confessato, ritrattando poi nel tempo, ma tornato a parlare in questa intervista, continua a dire che Santino è stato ucciso per le sue dichiarazioni, perché se quello che diceva era vero allora cadevano minimo due colonnelli è un generale oltre che tutto il corpo dei carabinieri, e continua ad affermare che Santino non può essersi suicidato, tantomeno per amore di una sua amante, ma è stato assassinato, da come viene evidenziato da alcuni dettagli come la posizione della pistola ecc..
La procura ha però riaperto l’inchiesta perché, grazie a Santino, e le successive indagini, è stata ritrovato a casa di un carabiniere una porta della caserma che coincide a quella in cui sbatte la testa Serena “prima che fosse deciso di farla morire” parole del padre.
Questo evento lo associo a Voce/Silenzio per la paura di tutti di parlare ma la voce di chi non accetta di vivere in silenzio tra le menzogne come Serena e Santino e per lo stesso discorso Paura/Coraggio di questi due combattenti dell’ingiustuzia
Infine lo associo a Visibile/Invisibile per la forza di queste sue persone di esporsi contro una montagna quasi invalicabile come una forza dell’ordine corrotta perché “non sempre carabinieri e giustizia viaggiano sullo stesso piano”.

Niccolò T.

Liceo Sabin

3G

Bologna