In questo video, a parlare è una donna siciliana nata a Palermo: Michela Buscemi, la prima donna che si è opposta alla mafia.
Già da quando era piccola, sentiva parlare della mafia ma ci dava poco peso quando è cresciuta però ha capito che era ed è una cosa reale: la mafia infatti gli aveva ucciso due dei suoi fratelli: il primo fu Salvatore che venne coinvolto in un contrabbando di sigarette di cui la mafia non era a conoscenza; non riuscirono a perdonare questa cosa e allora lo uccisero a colpi di pistola. Il secondo fu Rodolfo che era determinato a scoprire gli assassini di salvatore: questi lo andarono a prendere e lo portarono nella “camera della morte”, una stanza dove i mafiosi strangolavano le loro vittime e poi le scioglievano nell’ acido: Rodolfo però fu gettato in mare.
Dopo questi avvenimenti Michela propone alla madre di costituirsi parte civile ma quest’ ultima rifiuta. Allora lei decide di andarci da sola e si apre così il maxiprocesso: le vengono “dati” tre avvocati che la difendono gratuitamente.
Dopo questo atto Michela viene ripudiata dalla madre e dalle sorelle e da allora non ha più loro notizie. Un giorno la chiamarono al telefono di casa e una voce camuffata le dice di rinunciare al processo altrimenti le avrebbero ucciso una familiare da li a poco: lei, con il consiglio del suo avvocato obbedisce ma decide di dichiarare le motivazioni della sua rinuncia in aula in tribunale.
Alla fine lei afferma che il maxiprocesso è stato un duro colpo per la mafia ma non l’ha assolutamente sconfitta.
Inoltre una frase che mi è rimasta impressa è: se uccidi un solo capo della mafia, loro ne uccidono altri cento. Di questo video vorrei approfondire le storie nei particolari di Rodolfo e Salvatore perché mi hanno molto incuriosita.