Per codice d’onore si intende un insieme di valori, principi e leggi non scritte ai quali tutti i membri appartenenti alle mafie si devono attenere, ad esempio, è essenziale essere sempre disponibili e reperibili ed è assolutamente vietato collaborare con lo Stato; ma col tempo questa cultura si è persa per certi aspetti, basta pensare al “divieto” di toccare mogli e bambini, che ormai non detiene la stessa importanza, come si è visto nel caso del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino Di Matteo: bambino che il 14 novembre del 1993, all’età di soli 12 anni, fu rapito da un commando di mafiosi travestiti da poliziotti, strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia.
Le mafie sono sopravvissute negli anni grazie alla trasmissione di generazione in generazione, chi nasce in questo mondo raramente si proietta in un futuro diverso perché significherebbe abbandonare la propria famiglia e comunità, per poi essere sprezzato da questi ed essere costretto a fuggire costantemente a causa dell’infrazione del codice d’onore, gettato in un mondo completamente estraneo.
Fin troppe donne hanno perso la vita pur di darne una migliore ai figli, rompere questi legami, trovare un modo di sopravvivere nonostante le differenze culturali ed economiche non è facile ma col tempo sono stati ideati molti sistemi per aiutare chiunque si trovi in questo tipo di situazioni:
– numero verde antimafia, come Linea Libera (800582727);
– forze dell’ordine: Carabinieri, Polizia di Stato
– programmi di protezione per le persone che hanno collaborato con la giustizia, che garantiscono loro una nuova identità e un luogo sicuro dove vivere;
– centri di ascolto, in molte regioni ci sono centri di ascolto che offrono sostegno psicologico e legale alle vittime e ai testimoni di mafia;
– associazioni che si occupano di combattere la mafia e di aiutare le persone che ne sono uscite.

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