Le parole che ho scelto per questo lavoro sono: capolarato, economia e diritti del lavoro.
Il video che ho scelto parla del caporalato e dove è diffuso infatti viene detto che ci sono tanti migliaia di persone, soprattutto persone di colore, che provengono da altri paesi e vengono sfruttate nelle campagne a partire da otto ore fino ad arrivare anche a 12 ore al giorno e pagate pochi euro l’ora.
Questo fenomeno è diffuso maggiormente nel sud Italia in particolare in Puglia, dove lo sfruttamento nelle campagne per la raccolta dei pomodori ortaggi.
Il caporalato in Italia è un fenomeno di intermediazione illecita nel mercato del lavoro, caratterizzato dalla figura dei caporali, ovvero persone che reclutano i lavoratori, spesso migranti, per sfruttare l’inattività agricole o in altri settori. Questi lavoratori, privi di tutele legali e diritti, sono spesso costretti a operare in condizioni precarie, con salari molto bassi e senza alcuna protezione sociale.
Il caporalato si sviluppa in un contesto in cui si manifesta una forte domanda di lavoro stagionale, specialmente nei campi, poiché le aziende cercano di contenere i costi. Le vittime di questo sistema sono frequentemente soggette a sfruttamento, abusi e condizioni di lavoro disumane.
A partire dagli anni 2000, il governo italiano ha tentato di affrontare questa problematica attraverso l’introduzione della normative specifiche iniziative di contrasto, ma il fenomeno continua a persistere, alimentato da un mercato del lavoro sempre più flessibile e dalla difficoltà di monitoraggio da parte delle autorità.
Il caporalato rappresenta la forma di schiavitù moderna, sollevando questioni etiche e sociali e evidenziando la necessità di una maggiore vigilanza ed interventi efficaci per garantire la dignità e i diritti dei lavoratori.
La parte che mi ha colpito di più è il fatto che nonostante leggi e sindacati e i controlli elevati questo fenomeno è ancora diffuso.