Nel mio video si parla di alcuni beni confiscati (tra cui 92 immobili, un hotel, aziende, una villa con piscina, una Ferrari e una Porsche) dalla mafia che, in totale, valgono 165 milioni di euro. Secondo gli investigatori i beni sono riconducibili a un imprenditore campano indagato per estorsione e trasferimento di beni in concorso con altre nove persone. Inoltre, è emerso che le società avevano rapporti con individui al vertice di taluni clan mafiosi.
Trovo molto interessante l’aspetto della facilità e della frequenza di avvenimenti nei quali molti imprenditori si mettono in comunicazione con i clan mafiosi per fare denaro “sporco” (soldi facili).
Questo mi fa capire che, in taluni casi, le mafie non sono facilmente visibili nel nostro territorio perché si nascondono dietro alcune figure importanti come imprenditori. Tuttavia durante lo scorso incontro abbiamo parlato del caporalato: qualche volta se ci troviamo in campagna e vediamo dei furgoni, questi potrebbero contenere lavoratori extracomunitari che vengono appositamente scelti dal caporale in base alle loro condizioni di salute e quindi alla loro utilità. Giungo alla conclusione che non sempre le mafie sono visibili sul nostro territorio, ma talvolta sì.
Per cercare codesto contenuto multimediale ho consultato la piattaforma YouTube; non m’è stato difficile trovare questo video e le parole chiave che ho scelto sono: “affari, beni confiscati e clan”.

Guarda gli altri contenuti di Pierluca Ur