Il cosiddetto “codice d’onore” delle mafie è un insieme di regole non scritte che serve a mantenere l’ordine e il controllo all’interno delle organizzazioni criminali. Questo codice si basa su principi come la lealtà assoluta verso l’organizzazione e i suoi leader, l’omertà (il silenzio su attività illegali), il rispetto per l’autorità e la vendetta per punire tradimenti o disobbedienze. Pur presentandosi come un sistema di valori, in realtà non ha una base etica, ma è piuttosto uno strumento di controllo che giustifica violenze e soprusi.
Tra le norme del codice d’onore vi è il divieto di coinvolgere donne e bambini nelle vendette mafiose. Tuttavia, questa regola è spesso disattesa quando non risulta più conveniente per l’organizzazione, come dimostrano i numerosi episodi di violenza che hanno colpito anche queste categorie. La gerarchia interna delle mafie è rigida, con una struttura piramidale che impone disciplina e rispetto verso i capi, spesso noti come “don”. La lealtà e il rispetto per l’autorità sono elementi fondamentali, e le violazioni del codice vengono punite con estrema severità, spesso con la morte.
Questo “codice” non è un insieme di valori morali nel senso tradizionale, ma piuttosto un sistema che protegge gli interessi e la sopravvivenza dell’organizzazione. È usato come strumento per legittimare il crimine e consolidare il potere, ma dietro la facciata di onore e lealtà si nasconde un opportunismo privo di valori etici. Le regole vengono spesso infrante per interessi personali o dinamiche di potere, dimostrando che l’idea di “onore” è solo una maschera per giustificare il crimine.
Nonostante il peso culturale e familiare che queste regole possono avere, è possibile spezzare questa catena di trasmissione. Educazione, sport e sostegno istituzionale sono strumenti fondamentali per offrire alternative ai giovani, aiutandoli a sviluppare valori di giustizia, solidarietà e rispetto per la legge. Offrire sostegno a chi desidera uscire da questo sistema.