“Lo smercio delle bionde era uno show, arrivavano le famiglie per guardarci,” racconta Mario, che oggi fa il pescatore, dopo 12 anni di carcere e la confisca di tutti i suoi beni da parte dello Stato. Il traffico illegale delle sigarette era un fenomeno imponente, un’attività organizzata e strutturata che coinvolgeva intere reti.
Il business, però, non si limitava al mare: una volta raggiunta la costa, le sigarette venivano caricate su blindati pronti a partire verso le destinazioni finali. L’organizzazione aveva pensato a tutto, compresi i nascondigli. Uno di questi era un bunker scavato sotto terra, invisibile a occhi indiscreti. Un altro era nascosto nei muri, ingegnosamente progettati per aprirsi e trasformarsi in rifugi sicuri per il carico.
Quella vita, per Mario, è ormai un ricordo. Ma le tracce di quel passato restano impresse nella sua memoria come segni di un’epoca che non tornerà.