L’agricoltura piace alle mafie. Il settore, che beneficia di finanziamenti pubblici a pioggia, mobilita gli eserciti della criminalità organizzata, che riesce sia a intercettare risorse sia a riciclare denaro. Pratiche sleali e illegali che, tra corruzione e gestione allegra dei fondi, frenano lo sviluppo e spesso si estendono anche oltre i confini nazionali. «In Europa, le segnalazioni indicano la presenza diffusa dei clan italiani (oltre alle associazioni criminali autoctone) in quasi tutti i Paesi membri. È stata infatti accertata in Polonia, Germania, Regno Unito, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Romania, Ungheria, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca. Una realtà che movimenta 139 miliardi di fatturato annuo, pari all’1,1% del PIL dell’intera comunità europea», dice l’ex magistrato Francesco Greco, già Procuratore della Repubblica di Milano e attualmente responsabile del Progetto Europa dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare di Coldiretti.