Nelle Marche la criminalità organizzata può annidarsi nel tessuto economico:

PESARO – “Nei giorni successivi all’omicidio Bruzzese, avvenuto il 25 dicembre scorso in pieno centro storico pesarese, abbiamo avuto in Procura tante persone venute spontaneamente a riferire e questo è il prezioso tesoro del nostro tessuto sociale, nell’ambito del quale nessuno si azzarderà ad instaurare il metodo mafioso, che ha i suoi perni nell’intimidazione, nell’assoggettamento e nell’omertà, perché questo è un territorio che non appena riceve minacce di tipo mafioso si precipita a denunciare. Ma se la permeabilità della criminalità organizzata non è nel metodo mafioso, può annidarsi invece nei fenomeni economici, nel riciclaggio di capitali provenienti da operazioni illecite. Bisogna fare attenzione alle sirene delle cessioni vantaggiose di attività esistenti, all’accoglimento di soci che si presentano con disponibilità finanziarie, ai fenomeni delle insolvenze”. E’ quanto evidenziato dal procuratore della Repubblica di Pesaro Cristina Tedeschini nell’incontro pubblico “Le criminalità organizzate nelle Marche” svoltosi in una gremita sala “Pierangeli” della Provincia, promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati delle Marche, dal Coordinamento Antimafia di Pesaro Urbino e dalla Provincia di Pesaro e Urbino, nell’ambito del ciclo di iniziative “Primavera della legalità”.

MAFIA PRODUTTRICE DI BENI E SERVIZI

“Le Marche – ha detto il procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona Sergio Sottani – sono una regione sana e proprio per questo c’è il rischio che non vengano percepite le infiltrazioni mafiose che pure ci sono e che hanno visto anche condanne. Non possono più considerarsi un’isola felice, rappresentano una nuova frontiera per la criminalità organizzata, che ha la sua forza nella capacità di corruzione e di mimetizzarsi dietro al denaro. La mafia si manifesta oggi in forme diverse, è diventata produttrice di beni e servizi, bisogna fare attenzione non solo ai traffi

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