Ho scelto questo video che riporta la ricostruzione dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino Di Matteo (ex mafioso che aveva deciso di collaborare con la giustizia): dopo essere stato rinchiuso e tenuto in ostaggio per 779 giorni, Giuseppe è stato strangolato e poi sciolto nell’acido per ordine del boss corleonese Giovanni Brusca. L’efferatezza di questo crimine ha avuto un forte impatto non solo sulla società, ma anche sulla stessa organizzazione criminale, al punto che Vincenzina Marchese, cognata di Totò Riina, anch’esso coinvolto in questo crimine, decise di togliersi la vita per il turbamento. Persino lo stesso Giovanni Brusca dichiarò che nessuno dei numerosi omicidi commessi gli aveva mai provocato tanto disagio e ribrezzo come quello di questo bambino, ammettendo: “Sono diventato un mostro…forse non lo sarei diventato se mi fossi limitato a uccidere il dottor Falcone e sua moglie. Serve a qualcosa vergognarsi quando si ha fatto uccidere un ragazzino che poteva essere suo figlio?”
Il codice d’onore, che una volta definiva l’adesione alla criminalità organizzata di stampo mafioso, imponeva il rispetto di determinati valori e principi “[il codice d’onore] conserva qualcosa di cui gli altri membri della collettività sono privi: la cultura dell’appartenenza e la fedeltà a valori fondamentali…” (Giovanni Falcone)
Tuttavia quel codice d’onore ora sembra non esistere più, o almeno sono sicuramente venuti meno il rispetto e l’attenzione verso i minorenni che, per i padrini di un tempo, avevano una certa rilevanza.
Un tempo chi si rendeva responsabile di crimini ritenuti lesivi del codice d’onore, soprattutto nei confronti dei minori, considerati intoccabili, era immediatamente punito e giustiziato dai padrini stessi senza pietà.
Oggi si assiste al fatto contrario: non solo la mafia non reagisce più, ma protegge gli autori di questi crimini.