La presenza della criminalità organizzata nel territorio tarantino è un fenomeno radicato e complesso, che affonda le sue origini nella conformazione socio-economica della provincia di Taranto. Sebbene meno nota rispetto alle storiche organizzazioni mafiose come Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra, la Sacra Corona Unita (SCU) ha rappresentato per decenni la principale espressione mafiosa della Puglia, con ramificazioni anche nella città dei due mari e nel suo hinterland.
I Settori Economici e le Infiltrazioni
L’economia tarantina, storicamente legata all’industria siderurgica, al porto e al commercio, è terreno fertile per le infiltrazioni mafiose. Le imprese in difficoltà economica possono cadere vittima dell’usura o essere costrette a cedere attività a prestanome legati alla criminalità. Inoltre, il controllo del territorio da parte delle cosche si manifesta anche nel settore edilizio e nei servizi, spesso attraverso appalti pilotati e aziende fittizie.
La Presenza nelle Periferie e nei Quartieri Sensibili
Alcuni quartieri di Taranto, come il Borgo, Paolo VI, Tamburi e Salinella, sono stati negli anni teatro di episodi di faide tra clan per il controllo del mercato degli stupefacenti e delle attività illecite. Le condizioni socio-economiche difficili, la disoccupazione e la dispersione scolastica creano un contesto favorevole al reclutamento di giovani da parte della criminalità organizzata, che spesso li impiega come corrieri della droga o esattori per il racket.