La mafia non crea lavoro anzi lo fa morire
La mafia non crea lavoro anzi lo fa morire: se non ci fosse la mafia ci sarebbero molti disoccupati. Tuttavia questa non è una cosa positiva anzi la mafia sfrutta persone che forse sono arrivate da poco in Italia oppure persone povere che farebbero qualsiasi cosa per guadagnare un po’ di soldi per sopravvivere.
Le associazioni mafiose utilizzavano i braccianti per mandare avanti le aziende agricole, ovviamente false, create apposta dalla stessa mafia.
La New Labor, così come la Geoservice, erano due cooperative di intermediazione di manodopera amministrate da Gaetano Pasetto. Queste cooperative lavoravano tra il Veneto e la Toscana, fornivano squadre di braccianti per diverse aziende agricole veronesi, non coinvolte nell’inchiesta. Gaetano Pasetto, secondo le carte dell’inchiesta il cui impianto è stato confermato dalla sentenza di condanna, era a capo di un collaudato sistema di reclutamento, utilizzo e assunzione di lavoratori di origine rumena la cui manodopera veniva destinata al lavoro agricolo presso terzi in condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno e utilizzando minacciosi metodi di sorveglianza.
Il metodo era semplice: i braccianti ricevevano 500 euro al mese come acconto per le proprie spese e per pagare l’affitto alla cooperativa e solo dopo sei mesi consecutivi di lavoro ricevevano mille euro e due settimane di ferie non retribuite per tornare in Romania o in Albania. I braccianti, inoltre, dovevano attendere un anno prima che Pasetto “concedesse”, sotto forma di conguaglio, il resto dei soldi. I lavoratori non vedevano le buste paga che comunque erano falsate. Ricevevano 4 o 5 euro all’ora per 11 o 12 ore quotidiane e solo a chi sottostava alle sue regole, in più pagavano 40 euro di affitto per la stanza messa a disposizione dalla cooperativa.