LA RICOSTRUZIONE – La criminalità organizzata è presente ed operativa in regione da più di trent’anni. Il caso emblematico di Antonio Domenico Cataldi, il “primo boss”, morto in circostanze mai chiarite nel 1991. La lotta per il controllo del territorio portò nel 1996 alla Strage di Sambuchetohttps
ANCONA – «Il racket della prostituzione nelle Marche è fenomeno molto radicato specie in zone come Cesano di Senigallia, Porto Santelpidio – Fratte e Bonifica del Tronto. E il nostro è un impegno di liberazione delle ragazze, spesso minorenni e provenienti dall’est, dalle strade, dagli appartamenti». Lo ha detto don Aldo Bonaiuto, volto noto della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha partecipato nei giorni scorsi all’incontro organizzato nei giorni scorsi dal Soroptimist Club Ancona sul tema “Emergenze sociali e operatività nel Volontariato cattolico” al quale ha preso parte anche Italo D’Angelo, già capo della Squadra Mobile di Ancona e poi Questore di Pesaro. I due, nel tempo, hanno condiviso l’impegno al contrasto della prostituzione con conseguente recupero e “liberazione” delle ragazze, come era solito dire don OresteBenzi
QUESTO ARTICOLO MI A FATTO CAPIRE CHE LA MAFIA E’ DAPPERTUTTO