Ho trovato questo video sul canale YouTube, digitando le parole chiave: caporalato – struttura organizzata – diritti del lavoro.
Il video racconta una manifestazione di protesta di alcuni braccianti agricoli contro il caporalato a seguito della morte di alcuni loro “fratelli”, morti nei campi a causa delle terribili e disumane condizioni di lavoro a cui erano sottoposti.
A loro è negato il diritto alla sanità e a una condizione abitativa dignitosa. Mi ha colpito molto quando alcuni di loro hanno mostrato in pubblico una cesta di prodotti agricoli che noi consumiamo quotidianamente, per far capire che quello che mangiamo comodamente nelle nostre case deriva dallo sfruttamento di questi lavoratori che vengono in cerca di condizioni di vita migliori e si ritrovano a svolgere lavori che ormai noi non vogliamo più fare più, mentre loto lavorano ore e ore per pochi soldi in cambio.
Tutti dobbiamo riflettere su questa grave forma di sfruttamento e a capire che dietro tutto quello che arriva nelle nostre case c’è un duro lavoro, ma soprattutto interessi economici di persone senza scrupoli.
Solo se siamo consapevoli di questa situazione possiamo fare davvero qualcosa per fermare le organizzazioni criminali che sfruttano questi poveri ragazzi che sono disposti a tutto pur di riuscire a guadagnare qualcosa per aiutare sé stessi e le proprie famiglie.
Mentre ascoltavo la testimonianza di questi ragazzi mi è venuto in mente un giorno, questa estate. Era una giornata caldissima, nonostante l’aria condizionata avvertivo un gran caldo in macchina. Mi sono girata e ho guardato fuori dal finestrino. Ho visto dei ragazzi di colore che raccoglievano i pomodori: curvi per ore, a temperature altissime, senza neanche un po’ d’ombra e acqua fresca per dissetarsi.
In quel momento ho capito quanto sono fortunata e oggi ancora di più penso che sia importante garantire i diritti fondamentali delle persone.