In questo video un giornalista intervista il capo procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
La parte che interessa il tema che voglio trattare sono solo i primi dodici minuti, in cui il procuratore parla del rapporto tra mafia e social facendo un confronto tra il novecento e oggi. Nel novecento la mafia si faceva pubblicità e comunicava con i cittadini attraverso eventi pubblici, partite di calcio e processioni in cui il boss emergeva ricco e pieno di potere; oggi invece la mafia e le sue famiglie comunicano con noi cittadini attraverso i social media, in particolare Facebook.
Nei social i boss di mafia emergono come una figura massiccia, molto ricca con auto di lusso, orologi d’oro e vestiti firmati.
Nel video il procuratore dice anche che alcuni giovani d’oggi, un po’ meno colti rispetto ad altri, potrebbero prendere come modello questi modi di fare arrivando a volersi unire a queste famiglie cadendo nell’inganno.
Successivamente il giornalista legge qualche commento su alcune parole di Nicola Gratteri andate virali sul web: migliaia di commenti positivi e complimenti , addirittura due commenti che lo paragonano a Falcone e Borsellino ( due importantissimi magistrati che hanno fatto la storia italiana) ma lui resta umile elogiando i due giudici. In questo video inoltre Nicola parla del lavoro del magistrato e lo definisce un lavoro in cui bisogna rimanere sempre seri e attenti e che richiede moltissimo impegno e dedizione.
Ho scartato moltissimi video per arrivare a questo ma appena l’ho visto sono rimasta molto colpita perché mi trovo pienamente d’accordo con le idee e i pensieri di Nicola Gratteri, persona che stimo ammiro ed apprezzo molto.
Per arrivare a questo video ho scritto nella barra di ricerca di YouTube le parole chiave “mafie” “social” “criminale”.
Ho trovato molto interessante ogni singolo intervento di questa intervista che credo voglia farci riflettere soprattutto sul fatto che non tutto quello che vediamo sul web è vero!