Le mafie comunicano tramite “Pizzini”, intercettazioni, lettere, testimonianze, attentati, in modo da creare un tessuto complesso di significati nascosti.
Ci si trova davanti ad un linguaggio ambiguo. Un codice verbale tramandato con il rito di affiliazione alla “famiglia”.
Anche la comunicazione mafiosa ha subito dei cambiamenti per stare al passo con i tempi: dalle lettere di scrocco di fine 800, ai vecchi pizzini, ai messaggi cifrati sui social, sino alle ospitate e interviste in TV.
Nell’era digitale attuale oltre novanta GB di video social, due milioni e mezzo di tweet, ventimila commenti a video e centinaia tra profili e pagine Facebook e Instagram, sono il risultato di un fenomeno sempre più evidente di comunicazione tra le mafie.
Le mafie così dialogano sui social, manifestano il loro potere, sfidano lo Stato e minacciano i nemici.

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