lavialibera sta raccontando l’emergenza coronavirus guardando alla moltitudine di fragilità che l’epidemia ha messo a nudo.

Droghe: con l’emergenza le mafie guadagnano di più
Continuano ad arrivare carichi importanti e per la vendita al dettaglio si usano le sedi di piccole attività commerciali, o le consegne a domicilio. Il traffico di stupefacenti non ha risentito della pandemia, anzi

“Chi fa la droga ora ne può fare di più perché gli autotreni camminano ed più facile scendere dalla Spagna” racconta a lavialibera un ex camorrista, oggi pentito. In una frase evidenzia due dati. Il primo relativo alla capacità delle organizzazioni criminali di continuare i traffici illeciti, soprattutto quello redditizio degli stupefacenti, e il secondo che l’attenzione, inevitabile, relativa all’emergenza covid non ferma i trafficanti e, contemporaneamente, rallenta i controlli.
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“Dalla Spagna arrivano carichi importanti – mi spiega un inquirente – e ho evidenze che stanno continuando a mandare quantitativi significativi di droga”. E come funziona? “La parte di confine – continua l’investigatore – viene coperta con i treni merci, l’Italia si percorre con i corrieri, tir o treni merci nazionali”. Poi ci sono gli scali portuali dai quali arrivano carichi di droga e, in questa fase, per ragioni di rotazione di personale e di controlli per l’emergenza coronavirus, per le organizzazioni criminali, si realizza il paradosso di trovare, talvolta, strade più rapide per far arrivare gli stupefacenti. Le mafie, nel traffico di droga, hanno modificato alcuni passaggi della filiera visto l’intensificarsi dei controlli su strada. Quando lo stupefacente arriva in Italia viene trasportato da corrieri nelle diverse regioni. “Nei territori – conclude l’inquirente – la droga si muove anche utilizzano macchine di soccors

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