Spesso si crede che esista un codice d’onore per cui i clan mafiosi non ucciderebbero le donne. La vicenda di Emanuela Sansone, la prima donna uccisa dalla mafia, contribuisce a sfatare questo mito.
Emanuela era nata a Palermo nel 1879 e morì a soli 17 anni, in un agguato nel quale rimase anche ferita la madre, Giuseppa Di Sano. Probabilmente si trattò di una ritorsione da parte di alcuni mafiosi, che erano stati denunciati da Giuseppa per la fabbricazione di banconote false. Dopo l’omicidio della figlia, la madre lottò perché fosse fatta giustizia e divenne una delle prime donne collaboratrici di giustizia.
Nel video che ho scelto, tratto da un servizio del telegiornale regionale siciliano del dicembre 2024, è mostrata un’installazione artistica realizzata sul luogo dell’omicidio, per mantenere viva la memoria di Emanuela e di Giuseppa.
La storia di Emanuela mi ha colpito soprattutto perché ha come protagonista una ragazza all’incirca della mia stessa età. Pur essendo così giovane, si è trovata a crescere in un ambiente dominato dalla criminalità e questo le ha impedito di vivere con spensieratezza e di realizzare i suoi sogni.