Gli stereotipi sulla mafia sono frutto della nostra immaginazione
basata su mass media, cioè film, serie TV, libri e social media. Tra gli
stereotipi possiamo trovare quelli che si riferiscono alla struttura
della mafia immaginando una struttura piramidale quindi con a capo
un boss (il capo), affiancato da persone fedeli e fidate a lui e infine
alla piramide i cosiddetti picciotti, cioè coloro che in primo luogo
svolgono le azioni dettate dai superiori.
Un altro stereotipo è quello basato sull’aspetto del mafioso in
particolare del boss. Esso viene immaginato nella maggior parte delle
volte in due modi: l’individuo vestito elegante con giacca e cravatta
con un linguaggio molto articolato con un carattere molto immerso nei
suoi affari senza commettere disguidi. In seguito abbiamo l’individuo
più rozzo descritto da molte caratteristiche fisiche come molti
tatuaggi, collana d’oro (rosario), nella maggior parte fumatore e con
un outfit molto grezzo e con un carattere molto estroverso e
impulsivo.
La mafia è immaginata come un mondo dove la violenza è una
costante, spesso rappresentata in modo estetizzato o ritualizzato,
come in esecuzioni pubbliche o sanguinose faide.
Si associa la mafia a regioni specifiche, come Sicilia (Cosa Nostra),
Calabria (’Ndrangheta) e Campania (Camorra), trascurando spesso il
suo carattere globale.