Il codice d’onore delle mafie è un aspetto complesso, che nasconde una realtà ben più intricata. Per molti, queste regole sono state concepite come un modo per mantenere l’ordine e il rispetto all’interno delle organizzazioni mafiose, ma in realtà, sono anche strumenti di controllo e manipolazione. Il codice d’onore anche se cambia da una famiglia mafiosa all’altra, si basa sempre e comunque su principi di lealtà, rispetto, e vendetta. Lealtà verso il gruppo, rispetto i membri e per le tradizioni, e l’idea che chi tradisce deve pagarne le conseguenze. Dietro queste affermazioni si cela una realtà di violenza e paura. La violenza è una della conseguenze più evidenti del rispetto del codice d’onore. Quando un membro della mafia tradisce, la vendetta è inevitabile. Questo avviene anche per inviare un messaggio a chiunque possa pensare di opporsi o altro. In questo modo il codice d’onore diventa un ciclo di violenza. Spesso le alleanze si formano e si disgregano, e il rispetto è più una questione di opportunità che di lealtà. Quando una donna decide di opporsi al sistema , come nel caso di Lea Garofalo e Valentina Guarino, la sua resistenza diventa un atto di coraggio che sfida le orme stabilite. La loro lotta mette in luce le contraddizioni del codice d’onore, rivelando come possa essere un costrutto oppressivo non solo per gli uomini, ma anche per le donne.