Poco più di un anno fa, venne inviata una lettera al boss dei casalesi Michele Zaggaria, a Novara al 41 bis. Questa lettera venne inviata con un linguaggio che, apparentemente, può sembrare totalmente innocuo, ma in realtà nasconde molti significati, come per esempio la parola “zio” che nel linguaggio del Clan Casalese significa “boss”.

Ho scelto questo video inserendo alcune delle parole scritte durante le ore del corso che davano l’idea del controllo che la mafia può avere su di noi, ingannandoci con il loro modo di comunicare, l’ho scelto perché rappresenta perfettamente il modo in cui i mafiosi cercano di parlare tra di loro, non cercano di nasconderlo o di non farsi capire, ma per loro l’importante è non dare prova, per esempio con un documento come questa lettera, davanti a una corte.

La lettera è, però, quasi incomprensibile, sembra un normale messaggio mandato da dei familiari, invece non lo è, ci sono molte parole mascherate, che nascondono dei significati, e non è nemmeno molto facile da decifrare, tanto che a volte non si può avere un’interpretazione univoca del messaggio.

Nel video viene inoltre mostrato un ipotetico dialogo tra due mafiosi, di cui fa parte Anna Carrino ex compagna del boss Bidognetti, e viene inoltre detto che per sconfiggere questo modo di comunicare, che ha ormai “saccheggiato” le parole della lingua italiana, come “famiglia” intesa come organizzazione, o “uomo d’onore” inteso come boss, dobbiamo difendere la parola, tornare a nominare e a dire le cose come sono, riuscendo così a difendere anche il nostro territorio.

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