Nel sistema mafioso, le donne tradizionalmente hanno avuto ruoli subordinati, ma essenziali. Hanno svolto e svolgono funzioni di supporto logistico come, per esempio, custodire denaro e messaggi. Educano i figli ai “valori” mafiosi e, in alcuni casi, gestiscono le attività quando gli uomini sono stati arrestati o uccisi. Possono essere intermediarie o prestanome per coprire attività illecite. Sebbene raramente abbiano guidato i clan, soprattutto nella Camorra e nella ‘Ndrangheta, molte subiscono discriminazioni e violenze, anche all’interno del sistema stesso. Negli ultimi anni, alcune hanno rotto con i sistemi mafiosi, diventando testimoni di giustizia. Un atto di coraggio che segna un cambiamento importante.