Purtroppo anche il nostro territorio, la Puglia vede il fenomeno mafioso infiltrato nel territorio.

La Sacra corona unita è un’organizzazione criminale italiana mafiosa che ha il suo centro in Puglia, prevalentemente attiva nel Salento e che ha trovato degli accordi criminali con organizzazioni criminali dell’est europeo e dell’America Latina. Per la sua specificità emerge e si distacca dalle altre mafie italiane.

Ha raggiunto il suo apice tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta . Successivamente all’intervento dello Stato, e a un gran numero di arresti, è stata indebolita e marginalizzata, per poi perseguire a partire dal 2010, una strategia di mimetizzazione e di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale, alla ricerca del massimo consenso in tutti gli strati della società, come denunciato più volte da Cataldo Motta, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce.
A partire dagli anni cinquanta, la Puglia, come altre regioni d’Italia, fu scelta come zona dove inviare al soggiorno obbligato pericolosi criminali appartenenti a Cosa nostra, alla ‘Ndrangheta e alla Camorra.

Nel 1978 la Guardia di Finanza lanciò una dura offensiva contro il contrabbando di sigarette a Napoli e perciò le organizzazioni contrabbandiere campane spostarono tale traffico (insieme a quello delle armi e dell’eroina) lungo le coste pugliesi di fronte alla Jugoslavia e all’Albania, luoghi di smistamento principali per queste merci illegali. Così anche il traffico di droga divenne un’attività importante: i clan pugliesi inoltravano l’eroina verso il Nord Italia e la smerciavano sulle piazze di spaccio della Lombardia, Veneto e Toscana, dove si contavano migliaia di tossicodipendenti.

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