Ho scelto come fonte YouTube.com. Ho cercato un video utilizzando tre parole chiave: #mafie, #crimine e #guerre.
Pensavo che avrei trovato informazioni su come le mafie contribuiscono alle guerre: invece, il motore di ricerca mi ha proposto una serie di documentari sulle guerre di clan.
Fra questi filmati, mi ha attratto la serie denominata “Mammasantissima”, termine curioso di cui non conoscevo il significato.
Ho chiesto ai miei genitori cosa intendesse questa parola: contrariamente a quanto pensavo, il “mammasantissima” non è una “mamma santa”, bensì un boss mafioso, un esponente di primo piano della mafia siciliana, della camorra napoletana o della ‘ndrangheta calabrese.
Hanno questo appellativo i capi mafiosi più importanti che, come una mamma o un santo, sono intoccabili e vengono prima di ogni cosa.
E il video conferma quanto detto: a Reggio Calabria nel 1985 si è consumata una feroce e sanguinosissima guerra di clan, rivali fra loro per il dominio del crimine locale. Vittima eccellente di questo confronto fu addirittura un “mammasantissima”, per l’appunto.
Sono sicura che le bombe furono e sono un mezzo di terrore con un forte impatto comunicativo, che non solo servono a dare un segnale alla criminalità, ma anche, purtroppo, alla gente comune che, inevitabilmente impaurita da queste violenze, rimane impietrita dinanzi a questi eventi.