Cosa si intende per “codice d’onore” mafioso?

Il “codice d’onore” mafioso è un insieme di regole non scritte che servono a:
1. Garantire la coesione interna: Evitare tradimenti e conflitti tra i membri.
2. Mantenere il controllo sul territorio: Dimostrare un’apparente “giustizia” alternativa per ottenere consenso sociale.
3. Proteggere l’organizzazione: Imponendo segretezza assoluta (ad esempio, il giuramento di omertà).

Tra le regole più note:
• Divieto di collaborare con le autorità (omertà).
• Rispetto per le famiglie dei membri.
• Vietato fare del male ai civili, donne o bambini (una regola spesso violata).
• Obbligo di vendetta per gli “sgarri” interni o esterni.

La realtà: un “codice” spesso violato

Nonostante queste regole, la storia delle mafie dimostra che il cosiddetto codice d’onore viene frequentemente infranto. Alcuni esempi:
• Tradimenti e pentitismo: Numerosi membri hanno collaborato con la giustizia, rivelando che il senso di “onore” è subordinato alla convenienza personale.
• Violenza indiscriminata: Stragi come quelle di Capaci o di via d’Amelio in Italia, che hanno ucciso magistrati e civili, dimostrano che l’interesse dell’organizzazione supera ogni pretesa di rispetto per vite innocenti.
• Crimini contro donne e bambini: Nonostante la retorica del rispetto, ci sono numerosi casi di violenza su familiari di rivali o di vittime innocenti, come dimostrato dall’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Funzione del “codice d’onore”

Più che un codice morale, queste regole servono a:
• Legittimare l’autorità mafiosa: Costruendo una narrazione di “giustizia” parallela.
• Creare un mito di infallibilità: Spingendo l’opinione pubblica a temere o rispettare l’organizzazione.
• Rafforzare la disciplina interna: Controllando i comportamenti dei membri

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