Gianluca Maria Calì, 45 anni, imprenditore siciliano che si stabilisce a Palermo con la sua azienda automobilistica.

I mafiosi locali, venuti a sapere dell’acquisto di un nuovo capannone li a Palermo, per l’apertura dell’autosalone, lo volevano «contattare per vedere di farlo mettere in regola e fargli uscire qualcosa di soldi» ma Gianluca non voleva sentire nulla di pagare estorsioni o pizzo. Uno dei pentiti dà agli amici il consiglio di stare attenti.

Dopo un periodo in cui ha avuto una tutela, ora si trova senza vigilanza. Lui afferma: «Temo molto per i miei figli», anzi la voglia di combattere è sempre la stessa. La Mafia ormai non vuole dare lavoro ma approfittare della gente comune per rendersi sempre più potente è arricchirsi tramite questi ricatti.

Guarda gli altri contenuti di Antonio Po