LA MAFIA NEL PALLONE

Gli intrecci fra riciclaggio, corruzione e mafia nella pratica sportiva sono stati oggetto di indagini giudiziarie in tutta Italia, con partite truccate, gestione illecita delle scommesse, controllo delle scuole calcio, estorsioni mascherate da sponsorizzazioni e minacce a giocatori, allenatori e dirigenti, utilizzo delle tifoserie per il controllo dei servizi e delle attività interne ed esterne agli stadi.
Si sono scoperte infiltrazioni, o per meglio dire contaminazioni, da parte delle organizzazioni criminali di tipo mafioso nelle tifoserie organizzate e, attraverso queste, forme di condizionamento dell’attività delle società sportive professionistiche.
Il crimine organizzato ha colto nel calcio e nelle attività collegate l’opportunità di ampliare i traffici illeciti e aprire nuovi canali per il riciclaggio.
Un altro aspetto importante è quello che riguarda i rapporti tra le organizzazioni criminali mafiose e i singoli calciatori che possono essere sfruttati a fini illeciti, attraverso il cosiddetto match fixing, cioè l’alterazione del risultato sportivo al fine di conseguire illeciti guadagni attraverso il sistema delle scommesse.
Numerosi anche i casi di presenza delle organizzazioni mafiose nella gestione delle squadre di calcio appartenenti alle categorie inferiori dove i presidenti faticano a trovare i soldi necessari a mantenere in vita la squadra, e quindi sono sempre di più le squadre costrette a sparire dal panorama calcistico per i problemi economici. A portare nuovi fondi nelle casse delle società ci pensano allora personaggi poco raccomandabili, appartenenti ai clan. Una volta acquistata la proprietà di una società calcistica, essa diventa uno strumento nelle mani della criminalità organizzata per sfruttare l’enorme quantità di denaro che gira intorno ad essa: sponsorizzazioni, biglietti e trasferimenti, ecc…

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