Clan mafiosi operativi nella provincia dorica. Se in passato il territorio marchigiano era stato solo sfiorato dagli interessi della criminalità organizzata, adesso i tempi sono cambiati e i tentacoli delle cosche sono arrivati anche qua. I segnali arrivano dal report semestrale della Dia, la direzione investigativa antimafia che per le Marche fa capo alla Procura del capoluogo, Ancona. “Pregresse attività investigative, hanno disvelato interessi anche da parte di clan camorristici, nel settore del traffico degli stupefacenti – riporta l’indagine dei primi sei mesi del 2021 – e l’operatività di soggetti legati a cosche di ‘ndrangheta, in particolare alla ‘ndrina Grande Aracri e alla ‘ndrina Alvaro, che confermano gli interessi della ‘ndrangheta soprattutto nel settore del riciclaggio e del reimpiego dei proventi illeciti nel settore dell’economia legale”. Il 19 aprile 2021, nell’ambito di un’operazione condotta dai carabinieri nei confronti di due contrapposti sodalizi operanti nel napoletano fu eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di 26 soggetti, a vario titolo ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, detenzione illegale di armi, sequestro di persona, atoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Tra i destinatari della misura c’era anche un giovane di origine campana già agli arresti domiciliari a Senigallia. Un punto importante costituisce anche il porto di Ancona che, nel corso degli anni, si è rivelato un hub nevralgico per i carichi di droga provenienti dalle rotte turche e albanesi ma anche di tabacchi lavorati esteri e di rifiuti speciali.