Matteo Messina Denaro era “l’ultimo padrino”, il boss di Cosa Nostra che da 30 anni aveva fatto sparire le proprie tracce risultando latitante. Nato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, nel 1962 è stato il capo della cosca di Castelvetrano, ruolo ereditato dal padre nel 1998, che sin dai primi anni ’80 è stato alleato con i corleonesi. A 18 anni ha commesso il primo omicidio ma sono stati diversi quelli di cui si è macchiato nel corso degli anni. E’ stato accusato di essere il mandante di diverse stragi, di aver partecipato agli attentati ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Matteo Messina Denaro è stato inoltre tra gli organizzatori del sequestro di Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di mafia Santino Di Matteo considerato il custode dei segreti di Cosa Nostra. La latitanza di Matteo Messina Denaro è iniziata nell’estate del 1993. Le indagini per cercare di catturarlo sono partite immediatamente, ma il boss è stato sempre aiutato da una fittissima rete di fedelissimi. Durante la latitanza,
attraverso i pizzini in cui si firmava come “Alessio“, comunicava regolarmente con Bernardo Provenzano.
Quel che è noto è che tra il 1994 e il 1996 Matteo Messina Denaro ha trascorso la latinizza tra Aspra e Bagheria insieme alla compagna, Maria Mesi. Di Matteo Messina Denaro da molti anni non si avevano foto e immagini, questo ha complicato le ricerche degli inquirenti.
Non si sa con precisione a quanto ammontasse esattamente il suo patrimonio ma si stima che nel corso degli anni, grazie alle sue attività illecite, avesse guadagnato milioni di euro. Ma se si considerano anche le attività aperte grazie alla collaborazione di alcuni prestanome, il valore del suo patrimonio potrebbe essere stato anche di miliardi di euro. Col tempo, però, tale cifra si era ridotta sicuramente, grazie alle tante confische da parte delle Forze dell’Ordine. Matteo Messina Denaro noto anche come Diabolik è stato arrestato la mattina di lunedì 16 gennaio 202