Secondo me, si , le mafie comunicano. Ciò avviene in modo costante, organizzato e silenzioso, non usando quindi solo le parole, ma anche attraverso linguaggi codificati, segnali, silenzi e sguardi che sfuggono alla percezione comune. Spesso preferiscono non lasciare tracce: per esempio, invece di parlare al telefono o inviare messaggi digitali, usano metodi più tradizionali come i “pizzini”, piccoli fogli di carta con istruzioni scritte a mano, o si affidano a persone di fiducia che portano i messaggi di persona. Questa comunicazione è uno strumento di controllo e potere, fondamentale per mantenere il controllo all’interno dell’organizzazione, per decidere chi fa cosa e per gestire affari illegali. È anche un modo per comandare a distanza, come fanno i boss mafiosi che continuano a dare ordini anche dal carcere. Allo stesso tempo, le mafie comunicano anche con l’esterno, cercando di influenzare imprenditori, politici o chiunque possa essere utile ai loro scopi. Tuttavia, dietro questa rete complessa si cela sempre lo stesso obiettivo: estendere il dominio e l’omertà.
In conclusione, il loro modo di comunicare è invisibile per chi non lo conosce, ma molto efficace per chi vive in quel sistema. È uno strumento potente che serve a rafforzare la loro rete di potere e a garantire che nessuno tradisca o esca dalle regole dell’organizzazione.

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