Le mafie comunicano?

Le mafie hanno sviluppato metodi di comunicazione sofisticati per adattarsi all’era digitale, integrando strumenti tecnologici come i social media(Facebook , Instagram e TikTok) per comunicare, reclutare nuovi membri e inviare messaggi codificati. Questi canali permettono loro di mantenere un’illusione di normalità mentre condividono messaggi velati, minacce o ordini e in alcuni casi, persino i profili di parenti e amici vengono usati per evitare sospetti diretti o mascherare la loro persona . In passato, le organizzazioni criminali preferivano invece mezzi tradizionali come lo scambio di biglietti cartacei. In un’Intervista a Vincenzo Musacchio , si riesce a comprendere, come i mafiosi utilizzano la rete Internet come uno strumento di vantaggio, grazie alla quale talvolta riescono anche ad aprire dei mercati per elogiare la loro posizione. Le mafie tuttavia fanno propaganda e acquisiscono manovalanza;Qui gli storici boss della mafia come Totò Riina, Bernardo Provenzano o il catanese Nitto Santapaola anziché condannati per i loro crimini diventano degli idoli. La ricerca, realizzata nel pieno rispetto della privacy, ha dimostrato che l’utilizzo dei social network rende trasparenti i processi di comunicazione delle mafie in cui “fan” promuovono il “brand” attraverso un’estetica del potere che esalta il lusso e l’onore, e quindi il successo dell’organizzazione anche attraverso il ricordo di chi ha dato la vita e di chi ha patito il carcere per giungere a questo risultato. Emoticon, post, contenuti condivisi, hashtag, meme e canzoni si strutturano all’interno di un discorso gergale che raggiunge la superficie delle piattaforme social divenendo elementi di corredo che spingono l’interpretazione del messaggio nel verso del sentire mafioso. Tuttavia mediante i fatti di cronaca nera oggi ascoltati e, Nonostante gli sforzi per contrastare le organizzazioni mafiose, alcuni recenti fatti dimostrano come il loro modello continui a ispirare nuovi crimini.

Guarda gli altri contenuti di Giada Ba