Pubblichiamo un comunicato stampa del CIDV – Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata del Veneto, che fa capo all’associazione Lies, che affronta il tema dei sempre più frequenti casi di coinvolgimento delle organizzazioni mafiose nello sfruttamento del lavoro attraverso lo strumento dei distacco di manodopera.
Il protagonismo delle mafie nel settore della gestione della manodopera non è più un fenomeno eludibile o delegabile ai soggetti preposti al contrasto e alla repressione, ma va affrontato in quanto fenomeno sociale, oltre che criminale.
Le vicende emerse in questi anni in Veneto ci hanno posto di fronte alla capacità delle organizzazioni criminali di far fronte ai mutamenti e alle richieste del mondo imprenditoriale e alla loro capacità di intervenire all’interno delle maglie delle regole e non già contro le regole. In questo quadro il distacco lavorativo è il dispositivo sistematicamente utilizzato per regolare il rapporto tra imprese aggiudicatarie di appalti pubblici e ditte legate a gruppi mafiosi.
Treni, strade, navi e grandi opere
Questo è quanto emerge anche dall’ultima inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha messo in luce la modalità dei rapporti intrattenuti tra soggetti mafiosi e imprese del settore dell’armamento ferroviario. Non si tratta del primo segnale in questa direzione: in Veneto avevamo già fatto esperienza di questa pratica grazie all’interdittiva comminata nei confronti di imprese che lavoravano nell’adeguamento della Statale Alemagna in vista dei Mondiali di Sci di Cortina o nella vicenda della Fincantieri che ha riguardato anche gli insediamenti mafiosi nel Veneto orientale, e avevamo già osservato come la pratica del distacco – in questo caso internazionale – dei lavoratori fosse stata messa in opera, ad esempio, da ditte della famiglia Giardino al seguito della Grandi Lavori Ferroviari in Danimarca.