Spesso si sente dire che le mafie “danno lavoro”, soprattutto in alcune aree dove lo Stato fatica a garantire opportunità e servizi. Ma questa narrazione, oltre a essere pericolosa, è profondamente sbagliata.

Le organizzazioni mafiose non operano secondo alcun principio di “diritto lavorativo”. Non esistono tutele, contratti, né garanzie per chi si ritrova coinvolto nei loro affari. Al contrario, chi lavora per le mafie è sottoposto a sfruttamento, rischia la vita e spesso è costretto a operare sotto minacce o ricatti.

Dal caporalato agricolo, che schiavizza lavoratori nei campi per pochi euro al giorno, alla prostituzione coatta, fino al traffico di droga e armi, la mafia utilizza le persone come merce di scambio o manodopera sacrificabile. In questo contesto, parlare di “lavoro” è un insulto a chiunque creda nella dignità umana.

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