Dalla breve analisi storica fatta del fenomeno mafioso risulta evidente che l’intreccio tra sistema illegale mafioso e sistema legale è spesso non identificabile né scindibile; risulta perciò riferibile a uno stesso fenomeno che produce i propri effetti all’interno del sistema economico. Così come è descrivibile il modello dell’accumulazione capitalistica, allo stesso modo è individuabile e tracciabile la dinamica dell’imprenditoria e dell’accumulazione capitalistica mafiosa, che possiamo articolare in quattro passaggi fondamentali: • formazione delle risorse finanziarie attraverso molteplici attività criminose; • utilizzazione di tali risorse nella produzione di nuove attività illegali; • riciclaggio e ripulitura dei capitali; • reinvestimento del denaro ripulito nei circuiti legali dell’economia reale e della finanza. Si tratta quindi di un sistema imprenditoriale che, traendo la propria accumulazione originaria dalle attività tradizionalmente illegali (commercio della droga e di armi, sfruttamento della prostituzione, racket ecc.), si inserisce nel sistema economico legale per reinvestirne i profitti. La sua presenza l’usura. Per capire meglio la natura del fenomeno si tenga conto che gli interessi richiesti dagli strozzini si aggirano mediamente attorno al 10% mensile. L’agricoltura e i mercati ortofrutticoli sono allo stesso modo vittime delle attività criminali; le organizzazioni mafiose sono infatti in grado di condizionare tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione agricola all’arrivo della merce nei porti, dai mercati all’ingrosso alla grande distribuzione, dal confezionamento alla commercializzazione dei prodotti. In tutti i passaggi della filiera essa agisce alterando la libera concorrenza, influenzando la formazione dei prezzi, la qualità dei prodotti, il mercato del lavoro. Anche la pesca, soprattutto per quel che riguarda il pesce pregiato e i mercati all’ingrosso, è sotto il controllo mafioso. Tutto il mercato alimentare è comunque condizionato