Le parole che ho utilizzato per la ricerca sono: beni confiscati, diritti del lavoro, consenso.

Il 68% delle aziende confiscate alle mafie e gestite dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) sono scatole vuote.

Lo ha detto il direttore della agenzia, Bruno Corda nel corso di una conferenza dei servizi in prefettura a Palermo per l’assegnazione di alcuni immobili e terreni sottratti alle organizzazioni criminali. Che ha anche spiegato come agevolare il ritorno di queste imprese alla legalità all’interno dell’economia del Paese.

“Stiamo costituendo un tavolo di lavoro con l’Abi e con la Banca d’Italia per l’accesso al credito – ha sottolineato ancora Corda -. Le direttive di Bankitalia alle banche sono datate. Una azienda confiscata non può essere considerata un cattivo pagatore e non riuscire a cogliere la possibilità di avere un credito”.

“Dobbiamo incentivare l’uso del fondo da 43 milioni di euro per il credito alle aziende confiscate, presente tra il Mise e il Mef, che al momento è utilizzato in modo molto parziale: bisogna cercare di ragionare nei termini di una riparametrazione delle condizioni necessarie per accedere a questo fondo.

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