Questo video è un’intervista al Prof. Davide Bennato, dell’università di Catania (DISUM Dipartimento di Scienze Umanistiche).

La sua intervistatrice gli fa delle domande su come i social media possano aver cambiato i comportamenti odierni della mafia. Secondo il professore, i social media sono un modo, per la mafia, di comunicare aggirando lo stato e diffondere la cultura mafiosa, creando, quindi, una vera e propria “community” mafiosa sui social. Fortunatamente, grazie sempre ai social, è ora più facile rintracciare i mafiosi, seguendo il profilo o creando una rete tra contatti fra profili e cercando una motivazione sul perché si contattano (Social Network Analysis).

Solitamente, i social media, vengono messi, dalla mafia, nelle mani degli spacciatori di droga, i quali, sapendo della capacità di privacy dei social, sono più facilitati a non essere scoperti dallo stato mentre si sentono con i loro acquirenti.

Ci sono stati alcuni casi in cui dei mafiosi sono stati scoperti proprio grazie al web, per esempio il caso “Mafialeaks”: l’omonima piattaforma raccoglieva informazioni sulla mafia e le inviava ai vari giornalisti, i quali, verificavano che le informazioni fossero affidabili e, in quel caso, le pubblicavano in anonimo.

Ho scelto questo video perché mi incuriosiva sapere come le mafie comunicano e agiscono attraverso i social media e trovo molto interessante il fatto che ci siano addirittura delle community di mafiosi che diffondono la loro cultura.

Per trovare il video sono andato su YouTube e ho cercato 3 parole chiave: Media, Mafie, Intervista. Così facendo è stato molto facile trovarlo.

Consiglio questo video a chi, come me, vuole approfondire sulla comunicazione delle mafie attraverso i social e come questi ultimi sono utili allo stato per rintracciare le attività mafiose.

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